Queste pagine...

... sono il mio muro del pianto, una valvola di sfogo per una persona che non riesce ad adattarsi alla normalità della vita quotidiana. Perdonate dunque la mancanza di tatto, di peli sulla lingua, magari di rispetto, che avrò nell'esprimere certe opinioni, a volte non proprio "politically correct". Fatevi sotto: ogni commento (purché costruttivo) è il benvenuto!

giovedì 27 settembre 2007

Voglio vivere in un quartiere in cui......

... se la mia macchina parcheggiata da fastidio ci trovo sopra un cartello "spostala" (con o senza "per favore", fa lo stesso) e non degli sputi.

... se ho voglia di fare una sauna vado in un centro estetico e non sono obbligata a farla sul tram che mi porta al lavoro.

... se uno straniero mi avvicina è sicuramente un inglese che vuole indicazioni per l'ostello e non un rumeno ubriaco che mi chiede soldi.

... se i vicini litigano lo fanno a bassa voce e non urlando come fossero tra la folla (e quando urlano comunque non li sento perché ho le pareti di pietra e non di cartongesso).

Voglio vivere in un quartiere che forse non potrò mai permettermi, sebbene abbia una laurea e un lavoro a tempo pieno.

Grazie cari Deputati che vi accaparrate le case del Centro a due soldi. E poi vi riempite la bocca di fandonie sul diritto alla casa.
Grazie caro Vaticano che detieni 1/4 delle case del Centro. E poi pretendi le nostre elemosine.
Grazie cara Roma che ti ingrandisci a dismisura. E ci costringi a stare stipati come bestie.

Le bestie stipate diventano cattive. Ricordatevelo. Tutti.

sabato 22 settembre 2007

Ridatemi le mie ali...



















Niente paura, si tratta di un innocuo "patch test" per rilevare le allergie alimentari... solo che la mia mente malata, alla vista allo specchio dei due cerotti proprio all'altezza delle scapole, ha partorito l'idea di un angelo a cui siano state tagliate via le ali... lo so, sono bacata.
Non che io mi senta un angelo ma... mi piaceva l'idea ed ecco la foto (fatta da R., che ha saputo interpretare magistralmente la mia idea... forse un po' bacato lo è anche lui).

Tornando sulla terra, ahimé sono risultata allergica a:
- spinaci (evviva, ho una scusa per non mangiarli!) +++
- broccoli, broccoletti, cavolo, cavolfiore (sigh!) ++
- mais (doppio sigh!) ++
- melanzane, peperoni (per i peperoni chissenefrega, ma le melanzane!!!! Argh!) ++
- pomodori, patate, zucchine, zucca, carote (posso mangiarli solo ben cotti e saltuariamente...) +
- lieviti (la pizzaaaaaa!!!!!!) +

Ora devo stare 3 mesi a dieta senza questi alimenti, poi piano piano posso cominciare a reintrodurli uno alla volta e vediamo che succede...

Intanto, siccome non tutti i mali vengono per nuocere, la dottoressa mi ha dato una ricetta per cuocere pane/pizza/focaccia senza usare il lievito! Pare sia sufficiente lasciar macerare per 12 ore due mele mature, sbucciate e tagliate, nell'acqua che si usa per impastare la farina. Proverò sicuramente, poi vi dico se funziona.

lunedì 17 settembre 2007

E mi parlano di ecologia....

Dal 31 ottobre il mio "fido destriero bianco", cioè il mio adorato motorino Free 50 cavalli che dal 1995 mi scarrozza su e giù per la città, non potrà più circolare nell'anello ferroviario (in cui io vivo e lavoro).
Motivo? Perché è un "Euro Zero". Inquina.
Oh ma che Comune attento che abbiamo....

E così devo rottamare (atto che di per sé consuma non poca energia...) un motorino che, anche se anagraficamente parlando nuovo non è, ha fatto solo 20.000 km (casa-università e casa-ufficio per 12 anni, un massimo 12 km al giorno!), cammina spedito senza dare segni di cedimento, ha un motore che è un orologio, una carrozzeria invidiabile, un impianto elettrico che non mi ha mai dato problemi.
E devo acquistare qualcosa di nuovo (altra energia consumata per la costruzione...) che, a detta di tutti i meccanici, probabilmente mi durerà 4-5 anni al massimo e poi sarà anche lui da rottamare (con altro dispendio energetico...).
Che poi parliamoci chiaro, agli "sfasciacarrozze" romani il motorino giace almeno 6 anni prima di essere rottamato e nel frattempo l'olio residuo e gli altri liquidi super-inquinanti, complice il sole che distrugge i tubicini di plastica, percolano nel terreno e scendono bellamente nelle falde acquifere...

Il suddetto magnanimo Comune elargisce generosamente un "incentivo" di 200 euro per rottamare i vecchi motorini! Caspita!
Ovvio però che questi soldini me li da solo se, contestualmente alla rottamazione del vecchio ciclomotore, ne compro uno nuovo... che ne costa minimo 1.500.
Un mese di stipendio. Sigh.
Un mese di stipendio buttato per acquistare qualcosa che tecnicamente non mi serve, visto che un motorino già ce l'ho. Doppio sigh.

La cosa che più mi fa incazzare è: perché quei 200 euro il Comune non me li da per "catalizzare" il mio vecchio motorino e renderlo conforme alla legge sui gas di scarico?
Perché me li da solo se acquisto un mezzo nuovo, con tutto il dispendio di energia che questo comporta?

Poi mi dicono che vedo complotti ovunque...

venerdì 14 settembre 2007

Hotel California (Eagles)

On a dark desert highway, cool wind in my hair
Warm smell of colitas, rising up through the air
Up ahead in the distance, I saw a shimmering light
My head grew heavy and my sight grew dim
I had to stop for the night
There she stood in the doorway;
I heard the mission bell
And I was thinking to myself,
’this could be heaven or this could be hell’
Then she lit up a candle and she showed me the way
There were voices down the corridor,
I thought I heard them say...

Welcome to the hotel california
Such a lovely place
Such a lovely face
Plenty of room at the hotel california
Any time of year, you can find it here

Her mind is tiffany-twisted, she got the mercedes bends
She got a lot of pretty, pretty boys, that she calls friends
How they dance in the courtyard, sweet summer sweat.
Some dance to remember, some dance to forget

So I called up the captain,
’please bring me my wine’
He said, ’we haven’t had that spirit here since nineteen sixty nine’
And still those voices are calling from far away,
Wake you up in the middle of the night
Just to hear them say...

Welcome to the hotel california
Such a lovely place
Such a lovely face
They livin’ it up at the hotel california
What a nice surprise, bring your alibis

Mirrors on the ceiling,
The pink champagne on ice
And she said ’we are all just prisoners here, of our own device’
And in the master’s chambers,
They gathered for the feast
The stab it with their steely knives,
But they just can’t kill the beast

Last thing I remember, I was
Running for the door
I had to find the passage back
To the place I was before
’relax,’ said the night man,
We are programmed to receive.
You can checkout any time you like,
But you can never leave!


lunedì 10 settembre 2007

Metti un forno a microonde in ufficio....

... e si sentirà subito aria di casa (dove per "aria di casa" intendo l'odore di broccoli bolliti, minestrone, pesce lesso...)!

Da qualche giorno il mio collega ha deciso, nonostante il parere contrario del nostro GC (Grande Capo) che è timoroso come non mai nei confronti di certe "diavolerie moderne", di portare in ufficio un piccolo forno a microonde... giusto per fare compagnia al frigo che ci siamo fatti comprare la scorsa estate con la scusa di tenere in fresco le bottiglie dell'acqua!

Parliamoci chiaro: pranzare fuori cinque giorni a settimana è deleterio per la salute e per il portafogli. Io poi non sono una che si accontenta di qualche cracker e un frutto, né tanto meno riesco a saltare il pasto immolandomi al dio della produttività. Anzi: quando ho fame divento nervosa e non produco più un accidente, ecco.

Sebbene questo quartiere offra diverse alternative per il pasto dei poveri lavoratori-dalla-giornata-lunga (due alimentari, due rosticcerie-pizzerie al taglio, una pizzeria dove stare seduti, tre tavole calde, due ristoranti, innumerevoli bar con reparto gastronomia e anche l'immancabile ristorante cinese), dopo quattro anni di questa routine mangereccia insana il mio stomaco non ne può più. Si gonfia, brontola, brucia, mi rende assonnata e stanca.

E anche il budget mensile ne risente. Sì perché per poco che decidi di comprare (un panino, acqua piccola e caffè) almeno 7 euro al giorno per mangiare da queste parti te li sfilano via... che moltiplicati per 5 giorni alla settimana fanno 35 euro. Che moltiplicati per 4 settimane fanno 140 euro. Che non sono pochi per chi come me ne guadagna 1000equalchespicciolo.

D'estate, grazie al frigo in cui stipare insalata, verdure fresche, frutta e yogurt, ci si arrangia in modo più sano ed economico... ma in inverno brucare verdura fredda è tosta, diciamocelo.

L'arrivo di questo piccolo elettrodomestico credo ci aiuterà a uscire quasi indenni un altro anno di pasti consumati di fretta prima di rimetterci davanti al pc...

Già è stato inaugurato nei giorni precedenti: abbiamo lessato in pochi istanti zucchine, fagiolini e merluzzo (in tutto ciò abbiamo anche scoperto un interessante negozio di surgelati qui vicino) e scaldato polenta, risotto e polpette del giorno prima.

Prima o poi davanti a certe prelibatezze anche il GC cederà, ne sono certa.

domenica 2 settembre 2007

10 cose da fare in 5 giorni a Valencia

1. Godere della luce abbagliante che si diffonde nelle piazze nelle ore più calde e al tramonto.

2. Perdersi tra i vicoli della città vecchia, scoprendo in ogni angolo qualcosa di speciale.

3. Mischiarsi alla folla dentro il vecchio Mercato coperto, assaporando i profumi di formaggi e salumi appesi a stagionare e osservando i personaggi particolari che stanno dietro i banconi.

4. Inciampare mentre si cammina col naso all'insu, persi tra i mille smerli di ogni palazzo del centro.

5. Immaginare l'atmosfera che si doveva respirare negli antichi Bagni Turchi.

6. Sentirsi minuscoli e insignificanti davanti al portale e alla facciata imponenti del Museo della Ceramica o in mezzo ai palazzi della Placa de l'Ayuntamento.

7. Respirare il profumo della salsedine in una passeggiata sul lungomare della Malvarosa.

8. Ammirare le strutture di Calatrava del Museo delle Scienze e dell'Oceanario.

9. Assaggiare tutti e 100 i "montaditos" della Cerveceria omonima in Placa della Reina, gustare un bicchierone di horchata fresca sotto l'ombrellone dell'Horcateria del Siglo in Placa Santa Catalina, strafogarsi di ottimo pesce fritto alla Lonja del Pescado. E poi la sera ubriacarsi di birra... che costa pochissimo!!!

10. Avere già voglia di tornarci mentre si è sull'aereo del ritorno....

************************

Valencia è il prototipo della città mediterranea: lenta, calda, assolata, profumata di spezie e di pesce arrostito.

Al nostro arrivo in aeroporto, sebbene fossero le 18, c'era ancora una calura densa, opprimente, che lasciava la pelle appiccicosa come dopo un tuffo in una vasca di miele caldo.
L'afa mostruosa non ci ha però scoraggiato e per tutti i giorni successivi abbiamo girato il centro (che per fortuna è tutto in piano e offre diversi sprazzi di ombra) in lungo e in largo, senza mai stancarci di osservare, stupire, fotografare, curiosare e scoprire.

I vicoletti della città vecchia sembrano volerti abbracciare al tuo passaggio, mentre ti conducono per mano a splendide piazze in cui il sole fa risaltare gli spruzzi d'acqua delle maestose fontane.

I Valenciani sono gentili (salvo qualche cameriere...), sempre disponibili ad aiutare il turista smarrito che, nonostante la cartina alla mano, non riesce a orientarsi nel dedalo dei vicoli.

Una visita al Giardino Botanico ci ha offerto un po' di ristoro nel verde, regalandoci anche momenti di tenerezza estrema da parte di gatti della colonia felina ospitata nel parco.

La spiaggia, stile Baywatch con tanto di palme e torrette dei bagnini, non è nulla di speciale (è pur sempre la spiaggia di fronte alla città e il mare non è pulitissimo), ma le vecchie case che fiancheggiano il lungomare sono davvero caratteristiche. Sembra di stare in Sud America.

L'Oceanario, che è decisamente splendido da fuori, è deludente al suo interno.
Gli animali non hanno molto spazio e la visita è piuttosto confusa perché non ci sono percorsi ben stabiliti. Il confronto con l'acquario di Barcellona o con l'Oceanario di Lisbona è decisamente sfavorevole, visto anche il costo dell'ingresso non proprio esiguo (22 euro!!!).

La visita a Valenciami ha lasciato addosso una sensazione piacevolissima di relax, credo sia il posto ideale per chi ha voglia di visitare una città senza lo stress del traffico e dei rumori che la città stessa di solito porta con sé.

Ci tornerei, anche domani.

Dove dormire:
FeetUp Hostel
, un ostello con sole 10 stanze doppie molto particolari, staff fantastico, cucina a disposizione, 4 bagni sempre puliti.

Dove mangiare:
- Lonja del Pescado, C/ Eugenia Viñes, 243. Pesce fritto freschissimo in porzioni abbondanti e prezzi veramente umani.
- Cerveceria 100 Montaditos, Pz de la Reina 16. Paninoteca antichissima con 100 tipi di paninetti diversi, tutti farciti alla grande e serviti con una montagna di patate fritte.


Per altre foto di Valencia cliccare qui