Queste pagine...

... sono il mio muro del pianto, una valvola di sfogo per una persona che non riesce ad adattarsi alla normalità della vita quotidiana. Perdonate dunque la mancanza di tatto, di peli sulla lingua, magari di rispetto, che avrò nell'esprimere certe opinioni, a volte non proprio "politically correct". Fatevi sotto: ogni commento (purché costruttivo) è il benvenuto!

martedì 18 novembre 2008

Grazie dei fior....

Sto tentando di trovare un mio equilibrio. Scivolo, mi aggrappo, a volte resisto per un po' ma poi inesorabilmente ricomincio a vacillare. Mi pongo troppe domande forse, mi fermo in mezzo agli incroci, indugio inutilmente, troppo spesso riparto in quarta e investo come un treno in corsa tutto e tutti.

I Fiori di Bach dovrebbero aiutarmi a ritrovare "la diretta via ormai smarrita".
Ecco, secondo uno strano test elettromagnetico, quali sono i miei:

Cerato: non si pone sufficiente ascolto alle proprie impressioni e decisioni, chiedendo in continuazione un parere agli altri senza però tenerne conto. Ci si sente obbligati a controllare le cose più volte (gas, luce, acqua, ecc.), si è facilmente fuorviati dai consigli altrui e poi ci si pente di non essersi fidato del proprio istinto, si è spesso instabili.

Chicory: si vuole bene agli altri, ma si vuole essere contraccambiati. Si è preoccupati per gli altri in maniera tale da poterli comunque anche controllare. Si tiene la casa in maniera impeccabile, stressandosi e stressando. Non si è sufficientemente amati per quello che si è fatto per loro.

Mimulus: per tutte le paure definite, conosciute (per esempio della gente, di animali, del dolore, di morire, di situazioni e cose specifiche); i contatti sociali con estranei (come incontri, telefonate) mettono in difficoltà e se si può si delegano ad altri, o si tende a svolgerli in compagnia di chi si conosce. Per le persone timide, paurose della folla, che arrossiscono facilmente, che hanno spesso mille paure.

Red Chestnut: la paura per la salute e l'incolumità degli altri è la fonte principale di stress. Se qualcuno ritarda il primo pensiero va verso gli incidenti. Si è sempre apprensivi per le persone care. Si immagina sempre il peggio: ogni volta che squilla il telefono si pensa subito alla possibilità di brutte notizie; ci si preoccupa dei mali del mondo e le notizie di ogni telegiornale fanno soffrire.

Star of Bethelhem: quando un trauma o un'esperienza del passato sono i responsabili di alcuni attuali atteggiamenti. Per tutti i traumi.

White Chestnut: ci sono pensieri e preoccupazioni che si ripresentano continuamente, anche senza volerlo. I problemi divengono asfissianti, in quanto la mente vi ritorna sempre; questo ostacola e provoca confusione mentale; i pensieri si susseguono senza conclusione, come un disco rotto: qualcosa, anche una musichetta, è ripetuta nella mente e non dà pace, così alla fine si riposa anche molto male.

Ne prendo 4 gocce sotto la lingua, 4 volte al giorno. Le prime sensazioni sono state pessime: peggioramento di tutti i sintomi, angoscia profonda, scoppi di pianto immotivati, sonno letargico. Mi sento come se mi avessero passato l'anima nella centrifuga. Passerà.
Passerà?

giovedì 13 novembre 2008

Ma quale occhio felino!

La vostra gatta è una talpina in realtà. :(
Dopo la visita dall'oculista è venuto fuori che la mia ipermetropia adolescenziale, che sarebbe dovuta regredire con la crescita, sta tutta lì... anzi, è anche aumentata. Yuppi.
Non so se sia il sintomo forte e chiaro della mia ormai conclamata sindrome di Peter Pan, fatto sta che i miei occhi, come molte altre cose di me, si rifiutano di crescere.
Ma vabbè, fin qui poco male, ho adattato i miei occhiali da vicino (che già portavo da 10 anni) con nuove lenti e, con 50€ di spesa, ora leggo più spedita di prima.

Per non farci mancare nulla però, abbiamo anche scoperto che sono diventata astigmatica. Credevo di vedere bene da lontano, ma quando mi ha messo degli occhiali di prova mi si è aperto un mondo nuovo, fatto di scritte nitide e leggibili anche a distanze notevoli.
Però, stai a vedere che il mondo lo vedo brutto per colpa dell'astigmatismo! Chissà che con un paio di occhiali non riesca a scorgere la bellezza anche in Maria De Filippi o nei campi Rom della Casilina...

Mi reco così, triste e mesta ma in fondo fiduciosa, dall'ottico per fare anche un paio di occhiali da lontano. Ora, sarà come dice lui che ho il rifiuto dell'idea di dover mettere gli occhiali, ma non ho trovato una sola montatura, una, che non mi rendesse simile a una zitella nazilesbica inacidita.
O squadrate, fluo-plasticose e pesanti stile Gelmini (che per l'amor di dio), o praticamente inesistenti (ma pur sempre squadrate, non si scappa) che danno un'aria anziana e rassegnata.
Mi guardo attorno, sia nei negozi che fra la gente in metro, faccio caso agli occhiali di tutti, che prima neanche avevo mai notato, alla ricerca di una montatura sottile, delicata, tondeggiante, da tardo-adolescente secchiona. Tutti con occhiali squadrati, persino i protagonisti di Grey's Anatomy, nella lontana Seattle, li portano così. Niente da fare, la moda ancora una volta comanda.

Opto scoraggiata per le lenti a contatto.
L'ottico mi ordina un paio di Baush & Lomb Soflens Toric mensili, su misura per il mio difetto. Confezione da 3 lenti per ciascun occhio, 3 mesi di luce garantita, il tutto per 60 euro.
Entro così in un mondo nuovo, fatto di correzioni sferiche e cilindriche, tacche di posizionamento, bordi svasati, liquidi disinfettanti e soluzioni da risciacquo in cui c'è da perdersi, ve lo assicuro.

Dopo un'iniziale armeggiamento, che mi ha reso gli occhi iniettati stile Gatto Silvestro dopo una notte insonne, riesco a mettere finalmente questi aggeggi. Fastidiosissimi. Appena messe sembra di avere dell'acqua fredda negli occhi, in realtà dopo pochi minuti l'occhio è più secco della Death Valley, con una sensazione perenne di corpo estraneo, tipo un pelo o una ciglia, che permane anche dopo tolte le lentine.
Penso che non ce la farò mai, preferisco quasi tornare al mio mondo opaco e distorto.

Ma la gatta impara in fretta...
Già ieri mattina sono riuscita a far entrare la molliccia lente destra solo al secondo tentativo. La sinistra ha opposto un po' più di resistenza (almeno lei sa cosa significa di essere di sinistra...) ma alla quarta volta ho annegato nella salina la facinorosa ribellione e ho vinto io.
Stamattina la sinistra ha capitolato subito e la destra invece mi ha dato filo da torcere. Gran cosa la par condicio, speriamo si accordino sulla comune linea della morbidezza al più presto o le fiondo entrambe, tanto per non fare torto a nessuno.

Una rapida consultazione del mio forum di amichette mi ha ora aperto le porte della conoscenza di mille marche di lentine, ciascuna con caratteristiche uniche, più mille dritte per indossare questi infernali marchingegni senza massacrarsi le cornee. Credo inizierà un percorso di autoconsapevolezza oftalmica di dimensioni epiche.
Prossimo passo: tentare con le Proclear, che mi dicono essere più delicate delle B.&L. Vedremo come va a finire... se non mi vedrete scrivere più sappiate che starò seguendo un corso di Braille.

lunedì 27 ottobre 2008

Pet Society, ovvero la parodia delle nostre misere vite

Pet Society è un gioco online della Playfish, associato alla piattaforma Facebook, che ci permette di creare un animaletto con le sembianze che più ci aggradano (ma attenzione, solo all’inizio è gratis, poi i ritocchi successivi si pagano! Un po’ come la chirurgia plastica o i trattamenti estetici insomma…) e di assegnargli un nomignolo idiota.
Una volta completata la creazione, lo visualizziamo solo e annoiato in una casetta piccola, tristemente spoglia, nudo come un verme, sporco e con pochi spiccioli virtuali in tasca.

In cosa consiste il gioco? Nel far vivere in società questa bestiola.

Facile no? In fondo basta fargli fare quello che facciamo anche noi quotidianamente...
Ma andiamo con ordine: per prima cosa ci sono tre parametri da tenere costantemente alti: quello della pulizia, quello della salute e quello della felicità.

Il primo è il più facile da mantenere, abbiamo infatti in dotazione una saponetta. Una passata mattutina, qualche bolla di sapone e via, splendenti e profumati, pronti per affrontare il mondo.

Il parametro salute si alza facendo mangiare l’animaletto. Come? Come facciamo noi: si va al negozio di alimentari e si compra cibo. Più il cibo costa, più il livello di salute resta alto a lungo. Meno si spende e meno dura l’effetto. Con una cipolla da 5 monete si sta bene 1 minuto, con una bella e dispendiosa bistecca si va lisci fino a domani. Basta pagare, che ci vuole?

Il parametro felicità, oltre a essere collegato ai primi due (meditate gente, meditate…come si può infatti pretendere di essere felici se si è sporchi e affamati?), si alza in diversi modi: con le coccole virtuali, grattando la bestiola con una spazzolina che abbiamo in dotazione, giocando con lui a palla, con il freesbee o una corda per saltare, andando a trovare gli amici virtuali (ebbene sì, vediamo in città le case dei Pet dei nostri amici e possiamo andare nelle loro case per baciarli, ballare con loro, abbracciarli o chiacchierare) … ma qui viene il bello.
Tutto questo non gli basta. Lui infatti si rattrista dello stare nudo in una casa vuota e dobbiamo comprargli vestitini, mobili, fiori, ammennicoli inutili, tappezzerie nuove: tutto naturalmente disponibile nei negozietti virtuali della città virtuale della bestiola virtuale.

Ovviamente, come accade nelle nostre città, i negozi tirano fuori sempre articoli nuovi a seconda del periodo dell’anno e noi dobbiamo per forza avere quella nuova lampada con la zucca di Halloween, quel vestitino da Babbo Natale edizione limitata, o una bella finestra con le sbarre così si sta più sicuri… hai visto mai che entri qualche Pet rumeno a rubarmi il televisore nuovo!

Più si guadagna, più si accumulano punti e il livello del nostro Pet si alza nella società… ecco allora che ci ritroviamo una casa più grande (con nuovo spazio da riempire di nuovi mobili), giocattoli più belli (ma più difficili da usare), una fame sempre maggiore (questa è una delle cose che più mi fa riflettere).

Come nella vita vera, servono nuovi soldi! Come fare? Qui entano in gioco:
1) una banca virtuale, che tanto virtuale non è visto che permette di acquistare monetine farlocche spendendo monete vere con Paypal…
2) uno stadio in cui esercitarsi e competere in una corsa a ostacoli che ci permette, qualora vinciamo, di guadagnare ben 30 monete (certo è poca cosa in confronto agli stipendi dei caciatori, ma si sa che l’atletica è uno sport di serie C);
3) gli amici; sì perché andando a trovare i Pet degli amici e interagendo con loro guadagnamo sempre qualche monetina. Accidenti, che amicizie opportuniste… mi ricorda davvero qualcosa;
4) infine, se proprio non ce la facciamo possiamo sempre rivenderci qualche mobile o qualche abito passato di moda… ma attenzione che la tristezza è in agguato!

Per fortuna che almeno qui non c’è (ancora) il lavoro…

mercoledì 1 ottobre 2008

L'altra Sardegna

Come promesso, ecco il consueto raccontino post-vacanza.
Fremevate per l'attesa, eh? ^^

Allora, avete presente la Sardegna dei VIP, quella dei locali esclusivi e chiassosi, delle lussuose ville di politici e intrallazzoni, dei lungomare affollati di reginette dello spettacolo accompagnate dai loro papp.... ehm... mentori, dei paparazzi che vanno in cerca di poppe-al-vento su barche col vento-in-poppa?
Ecco, cancellate dalla mente tutto questo e concentratevi sulle immagini che seguono.

Spiagge lunghe, bianche, semi-deserte, battute dal vento, su cui sdraiarsi al sole ascoltando solo le melodiose conversazioni tra i gabbiani e il mare...














Nuraghi misteriosi, accessibili solo ai pochi intrepidi che si insinuano nella macchia senza paura di restarvi intrappolati al buio...














Curiose creature che appaiono sulle pareti delle grotte, come eterni guardiani...














Ed ecco a voi la Sardegna che preferisco. :)

Certo, bisogna prepararsi:
- ad attraversare strade tortuose dal fondo sconnesso, senza indicazioni né distributori di benzina per km e km, in cui dietro ogni curva potreste trovarvi davanti capre o maiali vaganti...
- a incontrare personaggi curiosi e inquietanti come i pastori che sbucano dal nulla e vi invitano "a vedere la fontana" acchiappandovi sottobraccio e tirandovi verso la macchia con le loro manone callose...
- a chiudere gli occhi di fronte a cani o gatti trattati "come bestie" e non come siamo abituati in città...
- ad aspettare un'ora sotto il sole che apra un'oasi, dato che il guardiano se n'è andato a casa perché "aveva da fare un lavoretto in falegnameria"...
- a digerire pesanti portate dal sapore forte e genuino, accompagnate da vini che vi faranno crollare addormentati come bambini.

Quella che si è parata ai nostri occhi dopo aver lasciato la patinata Golfo Aranci è una terra selvaggia, "vera", che riporta la mente a secoli fa, quando il rapporto fra l'uomo e la terra era ancora sbilanciato dalla parte della terra ed eravamo costretti a obbedire ai suoi capricci.
Hanno fatto da scenario al nostro viaggio montagne aspre e impervie, aride vallate in cui solo le cicale sembrano avere qualcosa da dire, boschi popolati solo da lecci secolari e ginepri ritorti, fredde grotte in cui l'acqua ha modellato colonne e volti, acque cristalline e turchesi popolate di pesci colorati.

Come al solito hanno attirato la nostra attenzione i gatti, più o meno domestici, che abbiamo incontrato durante tutto il viaggio: affettuosamente accuditi nel B&B in cui abbiamo dormito a Posada, scacciati (perché devono prendere i topi) dalle ciotole con gli avanzi destinate ai cani a Fortiches, abbandonati nel giardino di un hotel a S. Maria Navarrese, portati in vacanza come figli da una simpatica famiglia incontrata sul traghetto sia all'andata che al ritorno.


















Certo non sono mancati i momenti di sconforto causati dal caldo opprimente o da nuvoloni che sembravano non voler andare più via, da agriturismi troppo "agri" (sperduti nel nulla tra le valli del Supramonte e senza acqua calda), dalla vista di paesini forse un tempo caratteristici e ora devastati dalla speculazione edilizia, da problemi intestinali per ingestione di acqua di pozzo spacciata per potabile... ma anche questo fa parte di un viaggio "vero" e mi resterà comunque impresso nel cuore per molto tempo.

Per altre foto della Sardegna clicca qui.

Dove dormire e mangiare a Cala Gonone:
B&B Bue Marino: accogliente B&B con camere doppie (alcune con bagno altre senza), super pulito, in posizione strategica. Ha parecchie regole da rispettare e orari un po' "marziali" per la colazione, ma per 25€ a notte a persona vale la pena sacrificarsi un po'.

Pub Ristorante Roadhouse Blues: si trova sul lungomare di Cala Gonone, con bellissima terrazza sul mare. Ottimi primi piatti, pesce fresco e buonissime pizze. Prezzi medi.

Dove dormire e mangiare a Posada:
B&B I Gabbiani: Grande casa con giardino, prima colazione superba con marmellate fatte in casa, camere molto grandi con bagno in comune. 31€ a notte a persona.

Ristorante La Luna (loc. La Caletta): ottimi sia i primi piatti che la pizza, fantastici i vini, prezzi contenuti e personale gentile.

Dove dormire e mangiare a S. Maria Navarrese:
B&B La casa di Tina: unica cosa bella del paese, che per il resto è piuttosto triste. Miniappartamento superaccessoriato a 25€ a notte a persona.

Paninoteca Mc. Puddu's: il Mc Donald locale dove è possibile gustare bontà genuine come panino con pancetta e pecorino, pane e frittata, pane e fettina...

domenica 31 agosto 2008

La gatta va in vacanza...

... e saluta i suoi lettori, certa di ritrovarli più in forma che mai al suo ritorno.

Destinazione: Sardegna, costa est.

A presto!!! :)

lunedì 11 agosto 2008

Mi piace correre... per me

Mi piace, d'estate, andare a correre da sola al parco vicino casa, al tramonto. Il caldo qui dentro sembra dare tregua agli amanti abbracciati sui prati, agli anziani che mangiano un gelato assieme ai nipoti (nipoti che a tavola faranno capricci ma che mai riveleranno perché non hanno fame, facendo l'occhiolino al nonno), a chi come me desidera solo uccidere la giornata correndo e schiacciando sotto ogni passo ciascuno dei pensieri bui che l'ha affollata.

Non porto mai nulla con me.
Niente musica nelle orecchie. Mi piace ascoltare il ritmo dei miei passi sulla ghiaia, l'abbaiare dei cani che socializzano, il frinire delle ultime cicale ritardatarie. Ascolto il mio respiro, il frusciare degli alberi, il battito nel mio petto. Lascio che la mia testa vaghi dove ne ha voglia.

Niente contapassi, orologi, cronometri o altri arnesi elettronici. Corro finché mi va, arrivo dove voglio, mi fermo quando il cuore o i polmoni o i muscoli non ce la fanno più. O anche solo per fare una carezza a un cane curioso. Non mi importa in effetti sapere quanti km abbia percorso, in quanti minuti l'abbia fatto, che frequenza abbia raggiunto il mio cuore. Corro per me, non per dimostrare qualcosa a qualcuno.

Niente telefonino. Non voglio interruzioni nei miei pensieri. Che almeno in questa mezz'ora possano andare dove vogliono, liberi da ogni argine.

Niente documenti di identità. Quando corro non sono nessuno. A volte, magari per esortarmi ad aumentare la velocità mentre passo in una scorciatoia isolata tra gli alberi, mi trovo a pensare alle parole del medico legale chiamato a identificare il mio corpo: "Donna, tra i 25 e i 30 (non è vero, sono più vecchia, ma non sembra e allora me la tiro, almeno nei pensieri), strangolata, ha sicuramente lottato prima di morire (questo per forza, sono una che vende cara la pelle, io)." Presa dai brividi accelero, rincorsa da passi immaginari, dall'ombra delle statue incrostate di muschio, dai fantasmi delle mille persone passate prima di me su quello stesso sentiero, ciascuna con la propria storia, con i propri pensieri in testa, con un motivo preciso o del tutto casuale per passare di là.

Mi diverte osservare la morfologia del corpo di chi corre, cercando di indovinare perché lo fa.
Atleti che vogliono migliorare le prestazioni.
Uomini di mezza età, il cui ventre rigonfio, gravido del figlio di una vita fatta di noia e dei vizi adottati per scacciarla, dona un aspetto meno attraente del nuovo collega della moglie.
Ragazze sovrappeso, che si trascinano rincorrendo il sogno di un corpo di cui non vergognarsi più.
Anziani arzilli dalle gambe asciutte, in gruppo, tutti con la stessa maglia donata dallo sponsor, che fuggono via, per un istante ancora, dal loro ineluttabile destino...

mercoledì 23 luglio 2008

Perle di saggezza da Piazza Tuscolo

Ho assistito a una scena da brivido poco fa.

Roma, quartiere Appio Latino, esterno giorno.
Il garzone di un negozio di alimentari (in cui non metterò mai più piede, n.d.g.) accompagna delicatamente fuori dalla porta e spinge sul marciapiede un'anziana donna, scalza, sporca, che trascina con sé un carrello logoro.

Passano sul marciapiede una donna e una bambina, appena scese (indovinate?) da un SUV.

Lei, la donna, è la tipica mamma di questo quartiere. Tacchi alti, polpacci torniti, lisci di estetista e abbronzati, vestitino svolazzante da 200 euro, borsa Chloè (che ne costa almeno il doppio), piega e meches fresche di parrucchiere.

L'altra, la bambina, la tipica figlia di questo quartiere. Scarpine di vernice rosa, vestitino Baby Armani, boccoli biondi freschi di parrucchiere anche per lei.

- Mamma, perché Gino (ma sì, diciamolo come si chiama 'sto pezzente, n.d.g.) ha cacciato dal negozio quella signora?
- Perché è una signora povera, tesoro.
- E allora mamma? Perché non ci poteva stare nel negozio?
- Perché no tesoro, i poveri puzzano e non ci devono stare vicino al cibo, non è igienico.

Eh... meno male che ci sono le mamme, a spiegare il mondo ai bambini... :|

mercoledì 9 luglio 2008

Sono anziana, portate rispetto

Lo so che brontolo sempre e sembro uno dei vecchietti del loggione del Muppet's Show.
Lo so che ultimamente dico sempre più spesso "quando ero ragazzina io...".
Lo so che ormai un tg direbbe di me "trovata morta una donna (e non più "una ragazza") di 33 anni".

Lo so.

Ma quando un ragazzino, occhialuto e pettinato da una mucca con la scialorrea, ti dice "signora scusi, permesso"... hai attraversato ormai il cancello del viale del tramonto.

A volte ritornano

Ebbene sì. Mi rifaccio viva dopo quasi due mesi di silenzio.
Ma ormai sapete che sono così. Incostante, silenziosa, pigra, presente a intermittenza come un micio.

Le novità? Sto cercando casa. Ebbene sì, la gatta trasloca. Forse.
Sta nel frattempo diventando esperta di "comunicazione selettiva" con gli addetti alle vendite delle agenzie. Qualche esempio? Eccolo:

Se leggete... = Allora vuol dire...
Attico con terrazzo perimetrale = Locale lavatoi condonato (forse) con terrazza condominiale attorno (ma magari il condominio un giorno lo vende)
Piano rialzato = Seminterrato
Giardino interno lastricato = Accesso di straforo alla chiostrina del palazzo (possibilmente quella su cui affacciano i cessi degli appartamenti o la cucina del ristorante cinese all'angolo)
Affaccio riservato = Nella chiostrina interna di cui sopra
80 mq = 45 mq (se va bene)
Cameretta = Sgabuzzino
Terrazzo = Balcone
Balcone = Porta-finestra con 15 cm quadrati di soglia esterna
Ripostiglio = Retro della porta della cucina
Cabina armadio = Armadio a muro
Cucinotto = Se sto dentro io, tu mangi in ingresso col cane
Posto auto = Strada non troppo trafficata, ce la puoi fare a trovare un buco per quel macinino che ti ritrovi
Previsto ascensore = Vai a piedi e non rompere, tanto hai il culone e devi smaltirlo

... to be continued....

domenica 18 maggio 2008

Lettura di riflessione

Streghe, giudei, zingari. Il fuoco è tornato violento e purificatore. (di Nichi Vendola)

Il fuoco è tornato. Violento e purificatore. Illumina la processione nottambula dei rancori e dei pregiudizi. Incenerisce la retorica degli “italiani, brava gente”. Divampa nella neo-lingua italiana, ormai libera da ogni forma di sorveglianza auto-controllo, visto che il nuovo lessico del trash televisivo unifica la nazione e le classi sociali. Sputa le sue lingue incandescenti sull’uomo nero e sulla sua intera etnia:rom, rumeni, sinti, tutti assunti a fattispecie lombrosiana di quell’antropologia criminale con la quale abbiamo inzuppato immaginario e senso comune.

Ecco dunque il fuoco che condanna all’esorcismo e alla cenere quella macchina extra-umana, quello “zingaro ladro di bambini” che risorge come un antico rimosso nello spigolo sporco della nostra più malata modernità.

Ecco il Medioevo che avanza, correndo da internet e da youtube, mentre l’establishment tutto finge di non vedere. Eccola la legalità bipartizan che osserva imperturbabile l’opera scientifica di pulizia etnica messa in campo dagli eserciti camorristi nello sterminato hinterland partenopeo.

Complimenti all’Italia riconciliata nel galateo parlamentare dove si celebra non tanto la fine della “guerra civile” simulata che ha reso urlata e viscerale la politica al tempo dell’avvento di Berlusconi, ma dove si rende solenne l’esaurimento forzoso della politica come spinta conoscitiva e trasformatrice degli assetti sociali dominanti, dove si canta il de profundis alla politica intesa come alternativa,passione civile, persino utopia. E anche della politica intesa come discernimento individuale e memoria collettiva: potremo raccontare a qualcuno dei nostri figli, magari quelli con la testa rasata, magari quelli appesi sull’altalena di piccoli miti miserabili che miscelano lo stadio e i lager di ieri, cosa accadde quando, neppure troppo tempo fa, altre squadre giovanili, altre ronde di giustizieri, cercarono di “derattizzare” la bella mitteleuropea dalle untuose presenze degli zingari? Sapremo dire che l’industria dell’orrore fu alimentata da parole cattive, dalle facili superstizioni dall’ignoranza diffusa? Sapremo dire di quelle tribù nomadi che, con le loro leggende e i loro cammini di libertà, con gli echi gitani o balcanici dei loro suoni e delle loro poesie, conobbero il gelo dei vagoni piombati, e poi cominciarono un viaggio senza ritorno, poi fecero la doccia nelle camere a gas, e poi finirono su per il camino dei forni crematori? Duecentomila morti tra quei nomadi che la croce uncinata strappò dai villaggi.

Non c’è più nessuno che capisca che stiamo toccando il fondo?

Nessuno che alzi la voce contro chi umilia la vita degli altri?

Questa inaudita legittimazione “politica” dell’intolleranza non sarà solo una livida girandola di violenza anti-rom., ma diventerà la cifra di un tempo nuovo e assai inquinato, di un’atmosfera mefitica e cupa, dove ciascuno potrà appiccare il suo rogo personale, perché non c’è nulla di più facile che offrire alla folla inferocita un povero cristo da crocifiggere, un capro espiatorio il cui sacrificio non risolve alcun problema ma almeno sazia la sete di sangue che non abbiamo mai del tutto estinto. Altro che galateo.

Non si è più in grado di vedere il respiro di un bambino dentro l’immagine di un piccolo rom, non c’è analisi possibile di problemi complessi, non c’è più neanche pietà. Anche la chiesa appare prigioniera delle proprie prudenze.

Non c’è nessuno che asciughi le lacrime di uno zingaro dopo che gli abbiamo bruciato la baracca spingendolo verso un nuovo esodo verso il nulla.

Siamo ancora alle prese con gli eretici e le streghe e sodomiti e giudei, ancora abbiamo bisogno di celebrare l’igiene del mondo, ancora subiamo il fascino del fuoco.

Nel nome di una legalità affidata alla polizia speciale della camorra.

Siamo camorristi ma legalitari, questo non è il nazi-decoro borghese di Verona, questa è la Napoli che fu la capitale dell’accoglienza e dell’umanità.

Sta bruciando un intero mappamondo di sentimenti, di valori, di cultura, di coscienza: tutto sembra trascinato in quei fuochi notturni. Altro che sconfitta elettorale.

Siamo senza radici in questa immensa babele di mondezza e cenere, dinnanzi a riti di purificazione e violenza che suscitano il plauso populista.

Forse è anche questo il deserto che dovremmo attraversare.

Liberazione (17 maggio 2008)

sabato 10 maggio 2008

Ricette risparmiose, antivivisezione e antinquinamento per capelli morbidi e pelle di seta

Dopo lo shampoo e il tonico fai-da-te ecco qualche altra dritta per evitare di comprare costosi e spesso inutili prodotti cosmetici....

OLIO DA MASSAGGIO ANTICELLULITE
- 100 ml di olio base (mandorle, girasole o vinaccioli)
- 15 gocce di olio essenziale di pompelmo
- 10 gocce di olio essenziale di rosmarino o cipresso (se non siete allergici)
- 10 gocce di olio essenziale di arancia amara
- 5 gocce di olio essenziale di limone
- 5 gocce di olio essenziale di menta piperita
(non usare durante l'esposizione al sole, gli oli di agrumi sono fotosensibilizzanti)


MASCHERA CAPELLI NUTRIENTE 1
- 125 ml di yogurt bianco intero
- 1 cucchiaio di olio a scelta (mandorle dolci, cocco, argan, ricino, oliva o lino)
Mettere in posa sui capelli asciutti e massaggiare delicatamente. Lasciare in posa 30 minuti e procedere al consueto lavaggio. Se siete bionde evitate l'olio d'oliva, tende a a scurire i capelli!


MASCHERA CAPELLI NUTRIENTE 2
- 1 avocado (polpa frullata)
- 1 cucchiaio di olio a scelta (mandorle dolci, cocco, argan, ricino, oliva o lino)
Mettere in posa sui capelli asciutti e massaggiare delicatamente. Lasciare in posa 30 minuti e procedere al consueto lavaggio.


MASCHERA CAPELLI NUTRIENTE 3.... OTTIMA ANCHE COME CREMA CORPO!
- 200 grammi farina di cocco
- acqua
Far bollire la farina di cocco in un pentolino, in cui avrete messo acqua quanto basta a coprire la farina. Passare la pappa ottenuta in un fazzoletto di stoffa e spremere vigorosamente. Mettere in frigo il liquido che ne esce e lasciar solidificare. Avete così ottenuto un delizioso burro di cocco, che si conserva in frigo (ben chiuso in un barattolo di vetro) anche 1 settimana!

Come maschera capelli: mettere in posa sui capelli asciutti e massaggiare delicatamente. Lasciare in posa 30 minuti e procedere al consueto lavaggio.
Come crema corpo: massaggiare direttamente sul corpo. Eventualmente, per pelli molto secche, mischiare con olio di cocco o mandorle.

giovedì 8 maggio 2008

Ricette risparmiose, antivivisezione e antinquinamento per le pulizie di casa

Pochi sanno che, oltre ai cosmetici, anche i detersivi per la casa sono tutti testati su animali. Ogni giorno possiamo fare qualcosa per disturbare la vivisezione e coloro che l'appoggiano... ecco alcuni piccoli consigli per fare pulizie cruelty free (e anche super economiche!!).

PAVIMENTI
Un ottimo prodotto adatto per la pulizia dei nostri pavimenti di casa può essere ottenuto versando in un secchio di acqua calda un bicchiere di aceto di vino bianco. Il potere sgrassante e pulente è pari a quello dei migliori, costosi ed inquinanti, detergenti presenti in commercio. Non preoccupatevi se, dopo aver passato lo straccio sentirete un forte odore di aceto, in quanto svanirà dopo pochissimi minuti.
Per pulire i parquet possono essere invece utilizzate le cere naturali come quelle ricavate dalla carnauba e dalla canna da zucchero oppure la cera vergine d'api.

LAVELLO ED ALTRE SUPERFICI LAVABILI
Può essere utilizzata una pasta composta da acqua e bicarbonato di sodio, passandola direttamente sulla superficie utilizzando una spugnetta. Essa sarà in grado di eliminare dal lavello, in acciaio o in ceramica, e dalle altre superfici da pulire, i residui di opacità, ridonando la luminosità iniziale e senza graffiare. Dopodiché si risciacqua abbondantemente con acqua e si asciuga con un panno. Il bicarbonato offre inoltre il vantaggio di consentire una elevata capacità igienizzante, senza il rilascio di residui chimici ed è pertanto indicato per pulire quelle superfici, anche delicate, che vanno a contatto con gli alimenti.

FORNELLI
Passare con una spugna imbevuta di acqua calda e bicarbonato (il bicarbonato ha un'azione emolliente e sgrassante) oppure acqua calda e aceto di vino bianco.
L'aceto è sgrassante e rende le superfici luminose ed è particolarmente indicato per i fornelli in acciaio.

VETRI
Un metodo semplice, economico ed efficace consiste nel pulirli utilizzando la carta di un quotidiano appallottolata e appena imbevuta con dell'acqua.
Grazie agli inchiostri e ad altri componenti chimici presenti nella carta di giornale, i vetri torneranno splendenti. In alternativa si può utilizzare una bottiglia a spruzzo riempita in parti uguali di acqua ed aceto, dopodiché bisogna risciacquare con acqua pura ed asciugare.

I PANNI IN MICROFIBRA: UNA SOLUZIONE PER OGNI PROBLEMA
Una validissima alternativa per effettuare molte pulizie domestiche in modo ecologico è costituita dai panni "magici" in microfibra (composti da semplice fibra di poliestere e poliammide) che permettono di rimuovere polvere, sporco e grasso, attirandoli ed assorbendoli, senza utilizzare detersivi. Possono essere utilizzati sia asciutti (per spolverare mobili, parquet e altre superfici) che bagnati (per pulire mobili, vetri, specchi, pavimenti, piastrelle, lavelli in acciaio, scrivanie, sanitari ecc..) e permettono di risparmiare tempo, fatica, denaro ed acqua.
Hanno il vantaggio di poter essere utilizzati centinaia di volte in quanto per rinnovare il loro effetto pulente basta sciacquarli o bollirli con del normale sapone di Marsiglia.
FORNO
Innanzitutto va ricordato di evitare assolutamente l'utilizzo di molti prodotti presenti in commercio (che spesso contengono soda caustica, solventi ed altre sostanze nocive), i cui residui non riescono mai ad esser rimossi del tutto, ed evaporando potrebbero penetrare nei cibi cotti successivamente.
La prima regola da seguire consiste nel pulire il forno spesso, utilizzando acqua calda in cui sia stato sciolto bicarbonato e/o limone e/o aceto bianco.
Per sgrassare i forni molto incrostati si può mettere all'interno una pentola piena di acqua bollente con un cucchiaio di ammoniaca e lasciarla per una notte. Il giorno successivo il grasso potrà essere facilmente rimosso con una spugnetta

WATER
Per pulirlo si può utilizzare lo scopino su cui si è versato del bicarbonato di sodio. Per disincrostarlo si può anche utilizzare dell'aceto puro, diluito in poca acqua caldissima, e passandolo sulla superficie col suddetto scopino.

domenica 27 aprile 2008

Della natura umana (?)

A volte ho la sensazione che, in una contesa, l'atto del contendere e il desiderio di prevaricare l'altro contendente diventi più importante dell'oggetto conteso.

Poco fa sotto il mio portone.
Esterno notte, una ragazza in scooter si ferma fra due auto in sosta, dietro di lei, aggrappato alla giacca con braccine affettuose, un bambino con il casco in testa.

Un ragazzo esce dal portone e si scaraventa addosso ai due, urlando come una furia:
"Ti sembra questa l'ora di tornare? Eh? Ti sembra questa? Dovevi essere qui per mezzogiorno, sai che ore sono? Sono le otto e mezza, sei la solita stronza inaffidabile!"
Strappa il bambino dall'abbraccio, che si era fatto ancora più serrato, e lo deposita in terra, tornando immediatamente a girarsi verso la ragazza.
"Sono stato anche alla polizia, lo sai? Ti rendi conto di che figura di merda faccio adesso a ritirare la denuncia? A dire che non l'avevi rapito ma che sei la solita stronza, ti rendi conto?!"
Il bimbo ammutolito, prende il papà per mano. Lui sobbalza, lo guarda:
"E tu, entra nel portone e saluta tua madre, perché è l'ultima volta che la vedi!"

Un pianto disperato, quasi un urlo di dolore straziante, prende possesso della scena. Il bambino singhiozza e resta fermo davanti al portone, impalato. Ha le manine serrate a pugno e urla con tutto il fiato che ha.

Il padre, non curante del pianto disperato del bimbo, cioè del banale oggetto della contesa, continua a gridare contro la madre, insultandola.

Lei, che fino a quel momento era rimasta in silenzio con gli occhi abbassati, inizia a gridare, come risvegliata dal pianto del figlio:
"Non puoi fare questo, è mio figlio e ho diritto a passare una giornata con lui!"
"No, tu non hai nessun diritto, sono io che ti faccio il favore!"
....

Sono andata via.
In lontananza, solo parzialmente coperto dalle grida dei genitori, il pianto disperato del bimbo ancora risuonava, solitario e sconsolato, tra i palazzi.

giovedì 3 aprile 2008

...

Secondi frenetici alternati a minuti di noia.
Ore scandite da impegni.
Giorni tutti uguali tra loro, in fila come soldatini impolverati su uno scaffale.
Settimane che scorrono sempre identiche a se stesse, senza lasciarmi addosso nulla che valga la pena ricordare.
Stagioni che si susseguono veloci, portandosi via il mio tempo senza che riesca a dargli un senso.
Anni in cui si perdono i pensieri e si fanno sempre più lontani i sogni.
Che vita sto facendo?

lunedì 24 marzo 2008

Internet Addiction Test

Ebbene sì, m'è presa coi test.
Ho provato a fare questo sulla dipendenza da internet e... beh mi aspettavo sì un risultato alto ma non proprio così.

Risultato: 70 punti.
Commento: You are experiencing occasional or frequent problems because of the Internet. You should consider their full impact on your life.

Alé.
Questo test è ingiusto e severo.

In fondo sono solo nel tunnel di 5 forum sugli argomenti più diversi (di uno sono anche moderatrice), seguo qualche blog (oltre naturalmente a scrivere sul mio), ho una pagina MySpace attraverso cui tengo contatti prevalentemente con amici conosciuti in locali che praticamente ormai non frequento più, uno spazio su Flickr per far vedere agli altri le mie foto (digitali), una libreria virtuale su Anobii per commentare con amici (virtuali e non) le nostre letture, un account su Ebay per vendere e comprare oggetti, almeno 6 indirizzi di posta elettronica tra contatti privati, lavoro e iscrizioni a siti vari (in cui confluisce gran parte dello spam), 3 messaggerie istantanee (Msn Messenger, Skype, Irc), un conto virtuale su Paypal...

Lo so che dovrei uscire di più, ma che colpa ne ho se trovo più facile e rilassante passare una serata sul letto, in pigiama e senza trucco, a chattare con gli amici piuttosto che in piedi, in tiro e soprattutto esposta allo sguardo dei miei interlocutori? Si spreca meno benzina, ci si riposa di più anche se magari si fa più tardi, non si puzza di sigaretta... lo so, solo solo scuse.

La verità è che Internet è Satana e io sono posseduta.... chiamate Padre Merrin.

domenica 23 marzo 2008

Pomeriggi stupidi, fotografi stupidi

Cosa c'è di meglio, in uno stupido solitario pomeriggio pasquale di pioggia, che mettersi ad allineare su un piatto orsetti gommosi per fotografarli?














Mangiarseli a fine set, ovvio. ^^

sabato 22 marzo 2008

Nell'Inferno il buon Dante....

... avrebbe solo l'imbarazzo della scelta su dove piazzarmi!!! =P

LevelScore
Purgatory (Repenting Believers)Very Low
Level 1 - Limbo (Virtuous Non-Believers)Very Low
Level 2 (Lustful)Very High
Level 3 (Gluttonous)Moderate
Level 4 (Prodigal and Avaricious)Very Low
Level 5 (Wrathful and Gloomy)Extreme
Level 6 - The City of Dis (Heretics)Very High
Level 7 (Violent)Extreme
Level 8- the Malebolge (Fraudulent, Malicious, Panderers)Very High
Level 9 - Cocytus (Treacherous)High

Take the Dante's Inferno Hell Test

giovedì 20 marzo 2008

Tu chiamale se vuoi....

Emozioni.
Chi sa dirmi cosa sono esattamente? Come si controllano? Come si nutrono? Dove vanno a nascondersi a una certa età?
No perché io non so dove siano finite le mie.

Che poi no, non è vero. Non sono sparite del tutto.
Solo quelle belle sono lontane, evanescenti, ovattate, come se ci fosse attorno a me un filtro, una rete a maglie fitte che permette il passaggio solo di quelle brutte, dolorose.
Quelle sì che arrivano, mi piombano addosso con la potenza di un calcio in pieno petto, che mi toglie il respiro e mi lascia a terra, disorientata, capace di vedere il mondo solo dal basso.
Sono lì e penso se mai riuscirò a rialzarmi e a rivedere le cose dalla stessa angolatura di prima.

Una brutta notizia e via una notte insonne, passata a piangere.
Una buona notizia e spallucce, "meno male che è andata così".
Non va bene questa disparità di reazione.

Fino a qualche anno fa una serata passata in quattro amici, nell'auto posteggiata sotto casa (perché alla fine nessuno ha deciso dove andare), a parlare di cazzate, di sogni, di ricordi, a passarci la bottiglia di vino con i Pearl Jam in sottofondo era una serata memorabile, magari la più bella dell'anno.
Empatia, risate, calore, vita che sembra volerti esplodere nelle vene.

E ora? Dove sono quegli amici? Sono le stesse persone che oggi, quando si incontrano, parlano in modo spento del loro lavoro, di quanto sia duro campare con pochi euro al mese, di quanto costino le case, di che merda sia la politica, di chi si è sposato e di chi è partito.
Dove siamo finiti tutti? Chi ci ha rubato le emozioni?

Mi mancano le mie emozioni. Qualcuno le ha viste?

lunedì 10 marzo 2008

Fammi entrare!!!

Un altro video del simpatico Simon....

domenica 24 febbraio 2008

Siviglia e la nuvola di Fantozzi

Quando si pensa a Siviglia subito alla mente si affacciano immagini piazze assolate, vecchietti all'ombra dei portoni, donne dalla scollatura profonda su curve generose e sudate, cavalli che arrancano nell'afa trainando colorate carrozze, musica gitana nell'aria, colori e allegria in ogni angolo.

Purtroppo nel mio viaggio di questi giorni non c'è stato (quasi) nulla di tutto questo.

Siviglia ci accolti dapprima mostrandoci un cielo di un azzurro pallido e sbiadito, con soffici nubi che pian piano si sono abbassate. Siamo ottimisti, come lo si è quando ci si ritrova insieme dopo tanto tempo e con un fine settimana di divertimento davanti... ma veniamo ben presto puniti.

Il giorno dopo tutta la città è sovrastata da un bianco velo di sposa.
Un enorme manto, come se qualcuno durante la notte avesse cucito assieme tutti i veli di tutti gli abiti da sposa che si affacciavano dalle vetrine (a proposito... non li ho contati, ma erano veramente tantissimi i negozi di abiti nuziali! qualcuno sa dirmi come mai?).
E, come accade per tutte le spose, l'umore passa repentinamente e continuamente dall'allegria alla malinconia, dalla curiosità alla preoccupazione, dalla frenesia al silenzio meditativo... solo il soffio del vento si insinua di quando in quando a interrompere un flusso di pensieri, quasi a voler spazzare via dalla mente i malumori. Non accorgendosi che li alimenta come un incendio.

Il gotico austero e la religiosità punitiva della cattedrale e l'abbandono in cui versa la regale e maestosa Plaza Espana, che siede come un grosso pachiderma rugoso che si è fermato nel silenzio ad ascoltare i battiti di un cuore sempre più lento e stanco, hanno fatto il resto.

Il grigio plumbeo della sera e la sottile pioggia che ci accompagna mentre attraversiamo il ponte verso Triana sono il triste preludio della successiva giornata di pioggia incessante, dapprima sottile poi sempre più battente.

L'Alcazar, in cui cerchiamo rifugio dalla pioggia,
è una piacevole scoperta. Con le sue sale e i suoi sotterranei ci fa fantasticare di vite regali che non vivremo mai. Ma anche qui l'atmosfera grigia e l'abbandono non fanno che alimentare la malinconia.

Rivoli di acqua sporca nel tardo pomeriggio corrono furiosi tra i vicoli e le piazze, ci sommergono le scarpe e risalgono lungo le gambe dei pantaloni, per poi tuffarsi per sempre nel buio dei tombini. Poca la voglia di vedere, di camminare, quasi anche di parlare.

La cena ci rimette un po' in sesto ma sappiamo che la mattina dopo si riparte e l'allegria si smorza come le bollicine degli ultimi sorsi rimasti di "Tinto de Verano" (che altro non è che vino rosso e gassosa al limone, ma scende che è un piacere).

Forse tornerei in questa città, ma con un occhio di riguardo alle previsioni del tempo.


Dove dormire:
Se vi piace l'ambiente vintage e decadente l'Hotel Casa Sol Y Luna fa per voi. Ha 8 stanze disposte attorno a una loggia centrale piena di piante e con tre bellissimi archi di sapore arabo. Il tutto per 45 euro la doppia con bagno.
Se però volete una camera dotata di finestra, in cui non si respiri l'odore dei calzini di chi vi ha alloggiato prima di voi, una doccia che, grazie a un simpatico ma geniale dispositivo chiamato tenda, non vi allaghi il bagno quando tentate di lavarvi, un rubinetto che non faccia "plik plik" tutta la notte, un po' di privacy e di silenzio grazie a porte in legno che si chiudono invece di vetrate con la parte superiore mancante (!!!)... ci sono molti altri Hotel in città pronti ad accogliervi. ;)

Dove mangiare:
Taberna Coloniales, Plaza Cristo de Burgos 19. Tapas prelibate a prezzi veramente incredibili. Attenti se non amate l'aglio: in città sembrano avere tutti paura dei vampiri, ne mettono quantità industriali!! Ho contato 8 spicchi in una porzione di Solomillo (il tipico maiale al forno con patate)! O.o

Altri posti... non me la sento di consigliarli, non ho mangiato molto bene. C'è da dire che si spende poco... ma spesso è poca cosa anche la qualità. E sicuramente l'igiene non è un punto forza di queste zone.





Per altre foto di Siviglia cliccare qui

mercoledì 30 gennaio 2008

Ciao, mi presento, sono io... io chi?

Non sono impazzita.... non del tutto almeno.
Sono solo stufa di coabitare in questo corpo con mille altre donne che non conosco e che mi fanno fare cose che non vorrei fare.
Ho deciso, dopo recenti delusioni e litigi, di iniziare a fare amicizia con me, attraverso una più profonda conoscenza di "me" come essere umano di sesso femminile.
Voglio farlo da sola, con l'aiuto di libri specifici sull'universo femminile e poche persone amiche. Niente strizzacervelli con i loro stereotipi e i sorrisetti da "io ti conosco, sei il tipo di pag. 45 del manuale", solo io e pochi "fortunati" che mi vedono da fuori.
Non mi interessa la psicologia ma la chimica che la controlla, ho bisogno di andare più a fondo stavolta.

Spero di acquisire mediante questa conoscenza un maggiore controllo delle mie emozioni e dei miei istinti. Quelli biologici, comandati dal mio cervello attraverso piccole stronzissime molecole chiamate ormoni.
Quelli che mi rendono un essere spaesato e spaventato, quelli che mi portano ad aggredire prima di poter essere ferita, quelli che mi fanno piangere senza motivo e che mi allontanano da chi amo proprio quando invece avrei bisogno che mi stesse accanto.
O almeno spero di riuscire a spiegare agli altri come trattarmi quando la chimica prende il sopravvento.

domenica 27 gennaio 2008

Levatemi le patatine dell'IKEA!!!!

Maledetta SPM, che mi costringi ad abbuffarmi senza posa di cibo pernicioso e non sano, dillo che vuoi rendermi un mostro brufoloso e cellulitico visto che nella prossima settimana non sarò fertile e dunque non dovrò attrarre maschio alcuno.... sei d'accordo con Ratzinger, ammettilo!!

Odio i miei ormoni ballerini.

giovedì 24 gennaio 2008

Iniziativa UE per la tutela degli animali

"Il grado di civiltà di una nazione si misura dal modo in cui vengono trattati gli animali"

Proviamo a dimostrare di essere almeno un pochino più civili?

Firmate la petizione cliccando su questo link: Iniziativa UE per la tutela degli animali

martedì 1 gennaio 2008

Il 2008...

... è iniziato con un po' di noia, tanta stanchezza, salute zoppicante, pensieri opachi, umore nero.
Speriamo migliori.