Queste pagine...

... sono il mio muro del pianto, una valvola di sfogo per una persona che non riesce ad adattarsi alla normalità della vita quotidiana. Perdonate dunque la mancanza di tatto, di peli sulla lingua, magari di rispetto, che avrò nell'esprimere certe opinioni, a volte non proprio "politically correct". Fatevi sotto: ogni commento (purché costruttivo) è il benvenuto!

giovedì 13 dicembre 2007

Ho iniziato....

... un corso di XPress, programma di grafica editoriale!! :D
Lo so, come mio solito mi carico di cose da fare... come se non ne avessi già abbastanza.
Ma avevo voglia di una novità, di qualcosa che rinfrescasse un po' il mio ruolo lavorativo, che ultimamente è un tantino piatto e noioso.

Non mi aspetto miracoli, ma mi piace quando dopo una fase buia ricomincio a essere propositiva con me stessa. Mi piace quando emergo improvvisamente dall'acqua densa che sembra ricoprire ogni cosa e che sembra voler soffocare ogni mia iniziativa e inspiro finalmente aria, dolorosa ma viva, nei polmoni ormai allo stremo.

sabato 24 novembre 2007

Pensieri circolari

Da tanto non aggiorno il mio blog.
Ho tante cose per la testa ma mi sembra che nessuna sia da condividere.
Sono in preda a quelli che chiamo "pensieri circolari": ricorrenti, senza capo né coda, senza risoluzione.
Sono piena di cose da fare, di persone da accontentare, di compiti da assolvere... a fine giornata mi sento svuotata di ogni energia e troppo, troppo stanca per condividere qualcosa con qualcuno.

giovedì 18 ottobre 2007

Il Gatto Sveglia

Chi ha un gatto sicuramente sa quanto sia efficace come sveglia... ;)

lunedì 15 ottobre 2007

In direzione ostinata e contraria

Ho deciso di acquistare il kit per l'omologazione a Euro1 del mio scooter e di non farmi abbindolare dai finti eco-incentivi del cavolo.
Mi costerà circa 300 euro più la manodopera per montarlo.... ma è pur vero che avrei dovuto spenderne altri 1700 per acquistare uno scooter nuovo.

Sono molto soddisfatta della mia scelta. :)

giovedì 11 ottobre 2007

Bio ma immorale

Non è giusto.
Non è moralmente giusto.
Non è umanamente possibile che per 400 grammi di pane (2 panini integrali) senza lievito si debbano pagare 3,50 euro. Il pane, la base dell'alimentazione....

Ma cazzarola è colpa mia se sono allergica al lievito? Oo
Dico, già mi devo mangiare sta roba che sembra legno o cartone.... e devo pure pagarla un occhio della testa?

Che strazio....

martedì 2 ottobre 2007

Addio Bernardo...

Riporto le ultime notizie ma non commento, non ce la faccio ora.

Uccisi per avvelenamento il mitico Bernardo e altri due esemplari di marsicano.
Una taglia sui responsabili

PESCARA - Potrebbero essere stati avvelenati tre orsi marsicani trovati morti nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. A sostenerlo sono sia il Corpo forestale dello Stato, sia il presidente dell'ente, Giuseppe Rossi. Le carcasse degli animali trovati deceduti - due femmine e un maschio, il celebre Bernardo che era diventato da tempo uno dei simboli del Parco (era nata addirittura un'associazione, «Amici di Bernardo», che si occupa tra l'altro di risarcire i proprietari di galline di cui l'orso era ghiotto) - sono state trasferite all'Istituto zooprofilattico di Roma per l'esame necroscopico di rito. La Forestale fa sapere che all'interno del territorio abitato dall'orso sono stati anche rinvenuti i resti di una capra su cui si stanno effettuando degli esami necroscopici per verificarne l'eventuale avvelenamento». E il Wwf rivela che altri animali, nella fattispecie due lupi, sono risultati morti, sempre per avvelenamento, nella stessa zona.

LA TAGLIA E IL SITO A LUTTO - Il fenomeno è dunque particolarmente grave. Al punto che lo stesso Wwf ha deciso di mettere una «taglia» di 10 mila euro sui responsabili: la somma, fanno sapere gli ambientalisti, sarà consegnata a chi sarà in grado di consegnare gli autori del gesto alla giustizia. I Verdi hanno aggiunto altri 10 mila euro all'iniziativa del Wwf. L'associazione del Panda chiede una sorta di «Ris» (i carabinieri specializzati nelle indagini scientifiche) per la tutela dell'orso marsicano, ovvero una squadra investigativa in grado di condurre indagini puntuali e di rintracciare coloro che si sono macchiati di questo reato. Per sottolineare la drammaticità di quanto accaduto, il Wwf Italia ha deciso di listare a lutto il proprio sito Internet.

«EPISODI GRAVISSIMI» - «Uccidere un orso marsicano, uno dei pochissimi esemplari che popolano le montagne dell'Appennino - commenta Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf e anima del parco naturale abruzzese - , è come abbattere un pezzo di Cappella Sistina. Sempre nella Marsica l'anno scorso sono stati ritrovati più di 10 grifoni avvelentati e tanti altri animali. Ora serve una risposta ferma e puntuale sulla prevenzione». «Non ci sono parole per definire questa ennesima mattanza - aggiunge Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente -. Siamo di fronte a delinquenza pura e brutale alla quale bisogna rispondere con la massima determinazione nell'annientare il bracconaggio».

STILLICIDIO DI DECESSI - La morte di Bernardo e degli altri due esemplari femmina, una delle quali era la sua «compagna», è solo l'ultimo caso di uno stillicidio delle uccisioni di plantigradi che negli ultimi anni ha registrato una forte recrudescenza. Sul banco degli imputati sono finiti, tra gli altri, bocconi avvelenati, i percorsi del treno non protetti nella parte che passa all'interno dell'area protetta e anche i carnieri che - secondo alcuni- vengono ancora realizzati nel parco. Secondo le ricerche più accreditate, ricorda la Legambiente, la piccola popolazione di orsi residua nel Parco sarebbe stimata in circa 40-50 individui (report recenti azzardano anche che la quota sia scesa sotto la soglia dei 30 individui). Con l'uccisione di Bernardo e degli altri due esemplari la popolazione dunque si sarebbe ridotta del 4% in un colpo solo.


Ecco quello che rimane di Bernardo:

giovedì 27 settembre 2007

Voglio vivere in un quartiere in cui......

... se la mia macchina parcheggiata da fastidio ci trovo sopra un cartello "spostala" (con o senza "per favore", fa lo stesso) e non degli sputi.

... se ho voglia di fare una sauna vado in un centro estetico e non sono obbligata a farla sul tram che mi porta al lavoro.

... se uno straniero mi avvicina è sicuramente un inglese che vuole indicazioni per l'ostello e non un rumeno ubriaco che mi chiede soldi.

... se i vicini litigano lo fanno a bassa voce e non urlando come fossero tra la folla (e quando urlano comunque non li sento perché ho le pareti di pietra e non di cartongesso).

Voglio vivere in un quartiere che forse non potrò mai permettermi, sebbene abbia una laurea e un lavoro a tempo pieno.

Grazie cari Deputati che vi accaparrate le case del Centro a due soldi. E poi vi riempite la bocca di fandonie sul diritto alla casa.
Grazie caro Vaticano che detieni 1/4 delle case del Centro. E poi pretendi le nostre elemosine.
Grazie cara Roma che ti ingrandisci a dismisura. E ci costringi a stare stipati come bestie.

Le bestie stipate diventano cattive. Ricordatevelo. Tutti.

sabato 22 settembre 2007

Ridatemi le mie ali...



















Niente paura, si tratta di un innocuo "patch test" per rilevare le allergie alimentari... solo che la mia mente malata, alla vista allo specchio dei due cerotti proprio all'altezza delle scapole, ha partorito l'idea di un angelo a cui siano state tagliate via le ali... lo so, sono bacata.
Non che io mi senta un angelo ma... mi piaceva l'idea ed ecco la foto (fatta da R., che ha saputo interpretare magistralmente la mia idea... forse un po' bacato lo è anche lui).

Tornando sulla terra, ahimé sono risultata allergica a:
- spinaci (evviva, ho una scusa per non mangiarli!) +++
- broccoli, broccoletti, cavolo, cavolfiore (sigh!) ++
- mais (doppio sigh!) ++
- melanzane, peperoni (per i peperoni chissenefrega, ma le melanzane!!!! Argh!) ++
- pomodori, patate, zucchine, zucca, carote (posso mangiarli solo ben cotti e saltuariamente...) +
- lieviti (la pizzaaaaaa!!!!!!) +

Ora devo stare 3 mesi a dieta senza questi alimenti, poi piano piano posso cominciare a reintrodurli uno alla volta e vediamo che succede...

Intanto, siccome non tutti i mali vengono per nuocere, la dottoressa mi ha dato una ricetta per cuocere pane/pizza/focaccia senza usare il lievito! Pare sia sufficiente lasciar macerare per 12 ore due mele mature, sbucciate e tagliate, nell'acqua che si usa per impastare la farina. Proverò sicuramente, poi vi dico se funziona.

lunedì 17 settembre 2007

E mi parlano di ecologia....

Dal 31 ottobre il mio "fido destriero bianco", cioè il mio adorato motorino Free 50 cavalli che dal 1995 mi scarrozza su e giù per la città, non potrà più circolare nell'anello ferroviario (in cui io vivo e lavoro).
Motivo? Perché è un "Euro Zero". Inquina.
Oh ma che Comune attento che abbiamo....

E così devo rottamare (atto che di per sé consuma non poca energia...) un motorino che, anche se anagraficamente parlando nuovo non è, ha fatto solo 20.000 km (casa-università e casa-ufficio per 12 anni, un massimo 12 km al giorno!), cammina spedito senza dare segni di cedimento, ha un motore che è un orologio, una carrozzeria invidiabile, un impianto elettrico che non mi ha mai dato problemi.
E devo acquistare qualcosa di nuovo (altra energia consumata per la costruzione...) che, a detta di tutti i meccanici, probabilmente mi durerà 4-5 anni al massimo e poi sarà anche lui da rottamare (con altro dispendio energetico...).
Che poi parliamoci chiaro, agli "sfasciacarrozze" romani il motorino giace almeno 6 anni prima di essere rottamato e nel frattempo l'olio residuo e gli altri liquidi super-inquinanti, complice il sole che distrugge i tubicini di plastica, percolano nel terreno e scendono bellamente nelle falde acquifere...

Il suddetto magnanimo Comune elargisce generosamente un "incentivo" di 200 euro per rottamare i vecchi motorini! Caspita!
Ovvio però che questi soldini me li da solo se, contestualmente alla rottamazione del vecchio ciclomotore, ne compro uno nuovo... che ne costa minimo 1.500.
Un mese di stipendio. Sigh.
Un mese di stipendio buttato per acquistare qualcosa che tecnicamente non mi serve, visto che un motorino già ce l'ho. Doppio sigh.

La cosa che più mi fa incazzare è: perché quei 200 euro il Comune non me li da per "catalizzare" il mio vecchio motorino e renderlo conforme alla legge sui gas di scarico?
Perché me li da solo se acquisto un mezzo nuovo, con tutto il dispendio di energia che questo comporta?

Poi mi dicono che vedo complotti ovunque...

venerdì 14 settembre 2007

Hotel California (Eagles)

On a dark desert highway, cool wind in my hair
Warm smell of colitas, rising up through the air
Up ahead in the distance, I saw a shimmering light
My head grew heavy and my sight grew dim
I had to stop for the night
There she stood in the doorway;
I heard the mission bell
And I was thinking to myself,
’this could be heaven or this could be hell’
Then she lit up a candle and she showed me the way
There were voices down the corridor,
I thought I heard them say...

Welcome to the hotel california
Such a lovely place
Such a lovely face
Plenty of room at the hotel california
Any time of year, you can find it here

Her mind is tiffany-twisted, she got the mercedes bends
She got a lot of pretty, pretty boys, that she calls friends
How they dance in the courtyard, sweet summer sweat.
Some dance to remember, some dance to forget

So I called up the captain,
’please bring me my wine’
He said, ’we haven’t had that spirit here since nineteen sixty nine’
And still those voices are calling from far away,
Wake you up in the middle of the night
Just to hear them say...

Welcome to the hotel california
Such a lovely place
Such a lovely face
They livin’ it up at the hotel california
What a nice surprise, bring your alibis

Mirrors on the ceiling,
The pink champagne on ice
And she said ’we are all just prisoners here, of our own device’
And in the master’s chambers,
They gathered for the feast
The stab it with their steely knives,
But they just can’t kill the beast

Last thing I remember, I was
Running for the door
I had to find the passage back
To the place I was before
’relax,’ said the night man,
We are programmed to receive.
You can checkout any time you like,
But you can never leave!


lunedì 10 settembre 2007

Metti un forno a microonde in ufficio....

... e si sentirà subito aria di casa (dove per "aria di casa" intendo l'odore di broccoli bolliti, minestrone, pesce lesso...)!

Da qualche giorno il mio collega ha deciso, nonostante il parere contrario del nostro GC (Grande Capo) che è timoroso come non mai nei confronti di certe "diavolerie moderne", di portare in ufficio un piccolo forno a microonde... giusto per fare compagnia al frigo che ci siamo fatti comprare la scorsa estate con la scusa di tenere in fresco le bottiglie dell'acqua!

Parliamoci chiaro: pranzare fuori cinque giorni a settimana è deleterio per la salute e per il portafogli. Io poi non sono una che si accontenta di qualche cracker e un frutto, né tanto meno riesco a saltare il pasto immolandomi al dio della produttività. Anzi: quando ho fame divento nervosa e non produco più un accidente, ecco.

Sebbene questo quartiere offra diverse alternative per il pasto dei poveri lavoratori-dalla-giornata-lunga (due alimentari, due rosticcerie-pizzerie al taglio, una pizzeria dove stare seduti, tre tavole calde, due ristoranti, innumerevoli bar con reparto gastronomia e anche l'immancabile ristorante cinese), dopo quattro anni di questa routine mangereccia insana il mio stomaco non ne può più. Si gonfia, brontola, brucia, mi rende assonnata e stanca.

E anche il budget mensile ne risente. Sì perché per poco che decidi di comprare (un panino, acqua piccola e caffè) almeno 7 euro al giorno per mangiare da queste parti te li sfilano via... che moltiplicati per 5 giorni alla settimana fanno 35 euro. Che moltiplicati per 4 settimane fanno 140 euro. Che non sono pochi per chi come me ne guadagna 1000equalchespicciolo.

D'estate, grazie al frigo in cui stipare insalata, verdure fresche, frutta e yogurt, ci si arrangia in modo più sano ed economico... ma in inverno brucare verdura fredda è tosta, diciamocelo.

L'arrivo di questo piccolo elettrodomestico credo ci aiuterà a uscire quasi indenni un altro anno di pasti consumati di fretta prima di rimetterci davanti al pc...

Già è stato inaugurato nei giorni precedenti: abbiamo lessato in pochi istanti zucchine, fagiolini e merluzzo (in tutto ciò abbiamo anche scoperto un interessante negozio di surgelati qui vicino) e scaldato polenta, risotto e polpette del giorno prima.

Prima o poi davanti a certe prelibatezze anche il GC cederà, ne sono certa.

domenica 2 settembre 2007

10 cose da fare in 5 giorni a Valencia

1. Godere della luce abbagliante che si diffonde nelle piazze nelle ore più calde e al tramonto.

2. Perdersi tra i vicoli della città vecchia, scoprendo in ogni angolo qualcosa di speciale.

3. Mischiarsi alla folla dentro il vecchio Mercato coperto, assaporando i profumi di formaggi e salumi appesi a stagionare e osservando i personaggi particolari che stanno dietro i banconi.

4. Inciampare mentre si cammina col naso all'insu, persi tra i mille smerli di ogni palazzo del centro.

5. Immaginare l'atmosfera che si doveva respirare negli antichi Bagni Turchi.

6. Sentirsi minuscoli e insignificanti davanti al portale e alla facciata imponenti del Museo della Ceramica o in mezzo ai palazzi della Placa de l'Ayuntamento.

7. Respirare il profumo della salsedine in una passeggiata sul lungomare della Malvarosa.

8. Ammirare le strutture di Calatrava del Museo delle Scienze e dell'Oceanario.

9. Assaggiare tutti e 100 i "montaditos" della Cerveceria omonima in Placa della Reina, gustare un bicchierone di horchata fresca sotto l'ombrellone dell'Horcateria del Siglo in Placa Santa Catalina, strafogarsi di ottimo pesce fritto alla Lonja del Pescado. E poi la sera ubriacarsi di birra... che costa pochissimo!!!

10. Avere già voglia di tornarci mentre si è sull'aereo del ritorno....

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Valencia è il prototipo della città mediterranea: lenta, calda, assolata, profumata di spezie e di pesce arrostito.

Al nostro arrivo in aeroporto, sebbene fossero le 18, c'era ancora una calura densa, opprimente, che lasciava la pelle appiccicosa come dopo un tuffo in una vasca di miele caldo.
L'afa mostruosa non ci ha però scoraggiato e per tutti i giorni successivi abbiamo girato il centro (che per fortuna è tutto in piano e offre diversi sprazzi di ombra) in lungo e in largo, senza mai stancarci di osservare, stupire, fotografare, curiosare e scoprire.

I vicoletti della città vecchia sembrano volerti abbracciare al tuo passaggio, mentre ti conducono per mano a splendide piazze in cui il sole fa risaltare gli spruzzi d'acqua delle maestose fontane.

I Valenciani sono gentili (salvo qualche cameriere...), sempre disponibili ad aiutare il turista smarrito che, nonostante la cartina alla mano, non riesce a orientarsi nel dedalo dei vicoli.

Una visita al Giardino Botanico ci ha offerto un po' di ristoro nel verde, regalandoci anche momenti di tenerezza estrema da parte di gatti della colonia felina ospitata nel parco.

La spiaggia, stile Baywatch con tanto di palme e torrette dei bagnini, non è nulla di speciale (è pur sempre la spiaggia di fronte alla città e il mare non è pulitissimo), ma le vecchie case che fiancheggiano il lungomare sono davvero caratteristiche. Sembra di stare in Sud America.

L'Oceanario, che è decisamente splendido da fuori, è deludente al suo interno.
Gli animali non hanno molto spazio e la visita è piuttosto confusa perché non ci sono percorsi ben stabiliti. Il confronto con l'acquario di Barcellona o con l'Oceanario di Lisbona è decisamente sfavorevole, visto anche il costo dell'ingresso non proprio esiguo (22 euro!!!).

La visita a Valenciami ha lasciato addosso una sensazione piacevolissima di relax, credo sia il posto ideale per chi ha voglia di visitare una città senza lo stress del traffico e dei rumori che la città stessa di solito porta con sé.

Ci tornerei, anche domani.

Dove dormire:
FeetUp Hostel
, un ostello con sole 10 stanze doppie molto particolari, staff fantastico, cucina a disposizione, 4 bagni sempre puliti.

Dove mangiare:
- Lonja del Pescado, C/ Eugenia Viñes, 243. Pesce fritto freschissimo in porzioni abbondanti e prezzi veramente umani.
- Cerveceria 100 Montaditos, Pz de la Reina 16. Paninoteca antichissima con 100 tipi di paninetti diversi, tutti farciti alla grande e serviti con una montagna di patate fritte.


Per altre foto di Valencia cliccare qui






martedì 14 agosto 2007

Valencia arrivo!!!

Eccomi di nuovo in partenza, destinazione Valencia!

Bagaglio a mano quasi pronto... diciamo in preparazione, ecco.
Bagaglio di informazioni... sufficiente.
Bagaglio di curiosità e aspettative... carico da mesi!
Bagaglio di malinconia.... pieno zeppo di visi e musetti che ho paura di non ritrovare al mio ritorno.

Ma è una vecchia storia, mi ripeto come un mantra "andrà tutto bene" e cerco di stare calma...

Buon ferragosto a tutti!!!


martedì 7 agosto 2007

Di ritorno dal Sonica

Sono rientrata ieri sera... sfatta di stanchezza, sporca lercia, coi piedi doloranti, le spalle a pezzi, una fame bestiale e i capelli luridi.... ma con un senso di pace addosso indescrivibile.

Sono stati 5 giorni intensi, massacranti per certi versi (km e km macinati ogni giorno anche solo per spostarsi dalla tenda ai bagni o da uno stage a un altro, musica unz-unz-unz che ti spaccava timpani 24 ore al giorno, pochissima acqua per lavarsi), ma anche molto divertenti e a tratti persino rilassanti.














Ho visto famiglie provenienti da ogni parte d'Europa vivere in un camper tutto dipinto e girare il mondo di party in party, come i fricchettoni degli anni 70.

Ho osservato eterni fanciulli che a 50 anni hanno ancora voglia di muoversi a ritmo di techno fino al mattino.
Ho giocato con i bambini degli hippy, così sporchi e selvaggi.... eppure così sereni.














Ho dormito in una minuscola tenda piazzata in discesa, acciambellata come un gatto nel mio sacco a pelo per sconfiggere il freddo.

Ho conosciuto persone interessanti e stimolanti, anche se bizzarre.
Ho rimesso a posto la mia schiena grazie a un massaggiatore shatsu bravo e capace.
Ho sudato come un cavallo da corsa ogni volta che, arrancando in salita, sotto un sole che bruciava la pelle, volevo raggiungere l'unica zona in cui prendesse il cellulare... solo per comunicare a casa che ero viva.
Ho tremato di freddo davanti al fuoco la notte, sorseggiando the allo zenzero insieme a un maestro di yoga austriaco.
Ho passato lunghi minuti in apnea nel buio dei bagni chimici.
Ho vagato nel bosco la notte, senza una torcia con me, per ritrovare la mia tenda tra mille.
Ho fotografato visi, piedi, bandiere, totem, montagne, sassi, bong e luci nella notte, senza mai stancarmi di ritrarre il mondo che avevo davanti.














Ho discusso di alimentazione bilanciata con un gruppo di crudisti, sconvolti nelle loro convinzioni dal mio essere "sana" anche se orribilmente (ai loro occhi) onnivora.

Ho mangiato cibi di ogni sorta, preparati da mani sporche da cui mai avrei pensato di accettare qualcosa.
Ho fatto la fila di un'ora per una doccia, fredda e con pochissima acqua eppure mai doccia mi è sembrata tanto ristoratrice.

Ho cercato di salvare il mio vicino di tenda da quella che penavo fosse una semplice crisi di epilessia...
Ho vissuto ore di apprensione per la sua sorte, finché ho saputo poi dai volontari della Croce Rossa che era morto nell'istante stesso in cui sono arrivati loro, è stata un'overdose di cocaina, forse tagliata con l'atropina.
Per lui è stato l'ultimo party.

Per me ce ne saranno altri.














(Per altre foto del Sonica cliccare qui)

mercoledì 1 agosto 2007

Partire è un po' morire

Meno uno alla partenza per il Sonica!
Alle prese con la valigia sembro la protagonista dei romanzi della Kinsella: già da una settimana prima pianifico meticolosamente cosa portare, faccio una lista dettagliata con ogni oggetto che potrebbe servirmi, decido a priori gli abbinamenti, scelgo ogni singolo calzino per risparmiare peso e spazio ma poi... aggiungo una maglia in più che non si sa mai... e quei pantaloncini che a Roma non riesco a indossare... e poi le scarpe? Dio mio le scarpe... ne basteranno solo 2 paia? Ho anche le ciabattine ma... e i costumi? Mi staranno quelli dell'anno scorso?
Insomma finisce sempre che svuoto in borsa i cassetti interi e mi carico come un mulo.
Per non parlare del beauty case... mi impongo di portare gli elementi basilari dell'igiene personale ma il richiamo di cremine e olietti e profumi mi stordisce come il canto di una sirena... e il mio beauty diventa più pesante della valigia!!! XD

Ma in fondo, parlando in tutta sincerità, non sono vestiti e creme le cose di cui sento più la mancanza quando viaggio...

Vorrei tanto capire la radice del senso di solitudine e tristezza profonda che mi avvolge come un manto scuro ogni volta che sto per affrontare una partenza, sia pure per un breve, brevissimo periodo.
So che mi divertirò, so che starò bene, ho scelto io di andare... eppure sono così giù all'idea di lasciare ciò che mi è caro... la mia casa, i miei animali, la mia famiglia... ogni volta, al momento dei saluti, è come se li vedessi per l'ultima volta, non trattengo le lacrime e sto male per tutto il primo giorno di viaggio.
Ho nostalgia di tutto, prima ancora di separarmene.

Vorrei avere meno radici, vorrei essere più leggera.
Vorrei essere meno triste.

Shampoo-fai-da-te

Ecco un'ottima ricettina per uno shampoo fai-da-te... ebbene sì, lavarsi i capelli senza inquinare si può!! E in più è facile ed economico!
Ingredienti:
- farina di ceci
- acqua tiepida
Preparazione: Formare in una ciotola una pastella morbida mescolando con una forchetta la farina e l'acqua calda (non bollente, la farina non deve cuocere).
Uso: Distribuire la pastella sulla testa e massaggiare delicatamente con i polpastrelli. Attendere 2 minuti e sciacquare.
Se i capelli sono lunghi e si annodano niente paura: un po' di balsamo (naturalmente bio-eco!) e torneranno districabili!
Aggiunte opzionali:
1. Volendo si può
anche personalizzare il composto con 3-4 gocce di un olio essenziale a scelta tra quelli che hanno anche proprietà benefiche per il cuoio capelluto:
- problemi di forfora: timo, rosmarino, tea tree
- coadiuvante anticaduta:
timo, rosmarino
- prurito: menta piperita, eucalipto, lavanda
- cute sensibile: lavanda
- eccesso di sebo: limone, lemongrass
2. Se si desidera solo profumare vanno bene anche oli quali gelsomino, ylang-ylang (a chi piace), sandalo, etc.
3.
Per ottenere gradualmente dei caldi riflessi rossi o castani è possibile miscelare alla farina di ceci della polvere di henné + un cucchiaio di aceto (ma in questo caso il risciacquo diventerà più lungo e difficile) oppure sostituire all'acqua del karkadé o del the caldi.
4. Volete poi beneficiare delle proprietà ristrutturanti del miele? Scioglietene un cucchiaio nell'acqua con cui fate il composto!

Risultato: capelli luminosi, soffici, forti, puliti e... sani!!!! Alla faccia di Pantene!!!!!!! ;D

mercoledì 11 luglio 2007

10 motivi per boicottare Procter&Gamble

1. SPERIMENTAZIONE SU ANIMALI
“Non si può prescindere dalla sperimentazione sugli animali”: sono parole del responsabile delle relazioni esterne della Procter&Gamble Italia. Ovviamente non è così. Molte aziende nel mondo vendono i loro prodotti non testati con la vivisezione, mentre la P&G continua a torturare gli animali nei suoi laboratori.

2. ABUSO DI POTERE
Fa parte dell’associazione americana Business Round Table che ha lo scopo di fare pressione sul potere politico affinché compia scelte economiche favorevoli alle grandi imprese. Ogni anno compie donazioni ai partiti americani. È citata tre le prime 15 società che finanziano sedicenti associazioni ambientaliste, pronte a difendere tesi favorevoli alle imprese. Ha esercitato forti pressioni sull’ente americano Food and Drug Administration per ottenere autorizzazioni.

3. DANNI ALL’AMBIENTE
È responsabile di una delle maggiori fonti di rifiuti del mondo: i pannolini. Negli USA ne sono utilizzati 16 miliardi l’anno, pari al 2% della spazzatura prodotta nel paese. Ha patteggiato con l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli USA le misure da assumere per regolarizzare varie situazioni anomale in alcuni stabilimenti. Nel ‘96 una fuoriuscita di oli minerali nello stabilimento irlandese di Nenagh ha contaminato vari pozzi. Nel ‘97 ha sostenuto l’associazione Keep American Beautiful creata dalle industrie di imbottigliamento con lo scopo di non far passare alcuna legge contro le bottiglie usa e getta. Fa parte di WBCSD, un’associazione creata dalle multinazionali per promuovere una falsa idea di sviluppo sostenibile, affinché nell’opinione pubblica si radichi l’idea che l’ambiente si difende facendo crescere la produzione.

4. VENDITE IRRESPONSABILI
Nel ‘97 ha messo a punto un prodotto di sintesi, denominato “Olestra”, da utilizzarsi come sostituto dell’olio. La Food and Drug Administration ha autorizzato l’uso di Olestra per la produzione di patatine e snacks vari. È stato accertato, tuttavia, che il prodotto può indurre il mancato assorbimento di vitamine liposolubili e può provocare diarrea.
Secondo la rivista “Earth Island Journal” e la guida OGM Free le patatine Pringles contengono organismi geneticamente modificati (ma non è dichiarato sulla confezione).

5. VIOLAZIONI DEI DIRITTI DEI LAVORATORI
Nel '97 otto persone negli Stati Uniti si sono rivolte alla Corte Federale perché discriminati nell’assunzione da Max Factor (marchio P&G). Nel ‘98 ha comprato in Russia tre aziende a prezzi stracciati, approfittando della complicità delle autorità, e le ha ristrutturate mettendo a rischio 700 posti di lavoro. Nel '99 ha annunciato la chiusura di 10 impianti, in varie parti del mondo, con il licenziamento di 15.000 dipendenti.

6. AFFILIAZIONE CON REGIMI OPPRESSIVI
Ha filiali in molti Stati non democratici e in cui non sono rispettati molti diritti umani.

7. ILLECITI
Nel ‘97 ha patteggiato assieme ad altre nove multinazionali una multa di 4,2 milioni di dollari con l’Antitrust degli Stati Uniti per non aver distribuito tutti i buoni annunciati durante alcune promozioni.

8. FALSA PUBBLICITÀ
Spende in Italia circa 220 milioni l’anno in pubblicità, prima società non alimentare. In tutto il modo circa 5,5 miliardi. È stata condannata dal Giurì dello IAP per avere violato il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria per una pubblicità del prodotto Mastro Lindo.

9. POCA TRASPARENZA
In generale le etichette dei prodotto P&G sono poco chiare e forniscono scarse informazioni.

10. EVASIONE FISCALE
Ha finanziarie nei paradisi fiscali, tra cui Bermuda e Antille Olandesi.

Nonostante questi esempi di sfruttamento sociale, ambientale ed animale, adesso la P&G tenta ADDIRITTURA di crearsi un’immagine buonista con la patetica campagna propagandistica del detersivo Dash, che fa l’elemosina ai bambini negli ospedali…

Ecco i prodotti a marchio P&G: Ace, Apc, Ariel, Asciugatutto, AZ, Baleno, Bolt, Boss, Bounty, Camay, Clearasil, Dash, Demak’up, Dignity, Dora, Douss Douss Intima, Eukanuba, Experience, Febreze, Gentile, Head&Shoulders, Iams, Infasil, Intervallo, Keramine H, Kukident, Laura Biagiotti, Lenor, Lines, Linidor, Mastro Lindo, Max Factor, Milton, Mister Verde, Napisan, Nelsen, Noxzema, Oil of Olaz, Pampers, Pantene, Poffy, Polin, Pringles, Può, Senz’acqua, Spic&Span, Swiffer, Tampax, Tempo, Tide, Topexan, Tuono, Viakal, Vicks, Victors, Zest

sabato 7 luglio 2007

Il fai-da-te nella cosmesi

Ammettiamolo: noi donne siamo attratte irresistibilmente da cosmetici e prodotti di bellezza, specie quelli innovativi, le cui pubblicità promettono miracolose soluzioni ai problemi che ci affliggono in massa come cellulite, rughe, capelli rovinati. Ma sappiamo esattamente cosa c'è dentro quei flaconcini luccicanti? E quanta sofferenza animale si cela dietro quei tubetti colorati e quelle texture profumate?

Da alcuni siti/forum che frequento (e che trovate tra i siti che vi consiglio di leggere) ho appreso quanto basta di chimica cosmetica per riuscire a capire, partendo dalla lettura degli INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) di un prodotto, quanto quel prodotto sia "utile" ai fini cosmetici o quanto invece sia una costosa "bufala". O, peggio ancora, quanto alla lunga l'uso di certi prodotti possa addirittura essere deleterio per il nostro organismo e per l'intero ecosistema.

Insomma se una crema è "a base di" qualcosa... perché non usare direttamente sulla pelle quel qualcosa, risparmiando sugli inutili e costosi eccipienti che la crema contiene? E soprattutto, cosa non meno importante, calibrando le dosi a mio uso e scegliendo ingredienti non inquinanti o tossici?
Ho iniziato così timidamente a "spignattare" i miei prodotti di bellezza partendo da semplici ingredienti di alta reperibilità e basso costo, ottenendo risultati efficacissimi e molto più economici dei cugini in vendita nelle profumerie.
Posterò giorno per giorno qualche ricettina veloce, da me testata, per sostituire alcuni dei prodotti che più comunemente usiamo in casa.

Iniziamo da una cosa facile facile...

Ecco come preparare un economico ed efficace Tonico per il viso astringente (pelli grasse/miste).
Ingredienti:
- Acqua minerale 65 ml
- Aceto di mele biologico 20 ml
- Glicerina 15 ml (facilmente reperibile in farmacia)
- Olio essenziale di Lavanda 2 gocce
Preparazione: miscelare gli ingredienti in una boccetta di vetro scuro.
Conservare al buio e agitare prima dell'uso.
Uso: Si usa come un normale tonico, per togliere i residui di trucco e purificare la pelle. Non utilizzare sul contorno occhi.

mercoledì 27 giugno 2007

La frase di oggi

La somma dell'intelligenza sulla Terra è costante; la popolazione è in aumento. (A. Bloch)

lunedì 25 giugno 2007

Paura del cambiamento?

L’inerzia della mente umana e la sua resistenza all’innovazione si dimostrano più chiaramente non, come si potrebbe pensare, nelle masse incolte, bensì nei professionisti, coi loro interessi acquisiti per tradizione e per il monopolio del sapere.
L’innovazione costituisce una duplice minaccia per le mediocrità accademiche: essa mette in pericolo la loro autorità di oracoli ed evoca il timore più profondo che tutto il loro edificio intellettuale, laboriosamente costruito, possa crollare.
(Artur Koestler: da I Sonnambuli)

Nulla di più veritiero.
Pagato, salato, sulla mia pelle.
E su quella di tanti animali che continueranno a morire per nulla.

mercoledì 20 giugno 2007

Tu che guidi il SUV a Roma...

Sei appena arrivato giù dalle rupi Parco del Gran Sasso con un carico di camosci o abiti a Piazza Navona e usi l'auto per andare in ufficio a Via del Corso? E la tua bella mogliettina ingioiellata e impellicciata per cosa la usa? Per radunare la mandria di buoi in Maremma o per fare la spesa al supermercato e per portare i pargoli a scuola in Prati (magari lasciandola in doppia fila)?
Hai mai fatto caso che a Roma c'è l'asfalto in terra e non la sabbia del Sahara, il fango dell'Amazzonia, la roccia del K2? E che quindi le tue ruote immense e il tuo rombante motore 4x4 sono perfettamente inutili?

Hai notato che le strisce blu dei parcheggi sono più corte e più strette della tua auto?
Ti sei mai accorto che qui non ci sono le Highways come in America ma stradine e vicoli?
Hai fatto caso che quando ci sono macchine in doppia fila (e a Roma ce ne sono!!) invadi la corsia opposta bloccando il traffico?

Lo sai che ogni volta che dai gas al semaforo i fumi che escono dai tuoi tubi di scappamento (sì perché uno non bastava...) così alti finiscono dritti in bocca e negli occhi di chi guida un motorino o una bici?
O peggio... di chi sta in passeggino o su una carrozzella e ha la sfortuna di attraversare la strada DIETRO di te? Dietro, già, perché tu che guidi il SUV non ti fermi prima delle strisce, ma sempre DOPO.
Tu che guidi il SUV hai sempre un importante impegno di lavoro che ti obbliga a guadagnare strada suglia altri. A passare radente i motorini, tanto se cadono beh... colpa loro che non stavano attenti. A correre come uno stronzo in strade strette in cui attraversano persone e animali.

Hai letto che la percentuale di rischio morte in un incedente contro un SUV è molto più elevata in confronto con altre auto? E che le tue adorate (quanto inutili... siamo a Roma e non in un ranch del Texas... né tanto meno a Pamplona!) bull-bar sono letali per i pedoni?
Già ma a te cosa importa?
Tu sei dentro il SUV e il resto del mondo ti guarda dal basso, là fuori...
Tu hai il tuo SUV e del resto del pianeta... beh... qualcun altro avrà cura.

E quando siamo fermi vicini al semaforo e ti guardo... non pensare che sia per ammirazione.
La mia è pena. Se hai bisogno di comprarti quell'arnese per sentirti qualcuno sono contenta che resti coi finestrini tirati su, mi risparmi di sentire le sciocchezze che sicuramente vai farneticando.

lunedì 18 giugno 2007

I hate monday!

Auguro a tutti (ma prima di tutto a me stessa) di avere la pazienza necessaria per arrivare a sabato senza aver mandato a quel paese:
- superiori
- colleghi
- clienti
- committenti
- collaboratori
- sottoposti
- chi più ne ha più ne metta
compromettendo seriamente e magari irrimediabilmente l'atmosfera in cui si è costretti 8 ore al giorno e anche la riuscita della propria mansione...

sabato 9 giugno 2007

Non lo vedremo più

Era lì da due, forse tre anni. Lo vedevo tutti i pomeriggi, all'imbrunire, mentre sostava sul parapetto antico del ponte.
Se ne stava impettito e fiero a guardarsi attorno, cercando ammirazione.
Le penne bianche, di un candore quasi iridescente, alla luce del tramonto diventavano di un tenue rosato. Le potenti ali chiuse erano accuratamente pulite e ripiegate all'indietro.
Ogni tanto alzava lo sguardo al cielo e lanciava un grido: a volte un canto malinconico, a volte quasi una beffarda risata, che attirava immancabilmente l'attenzione dei passanti.

Era un grosso gabbiano reale, che da tempo era diventato un'attrazione per i turisti.
A Roma si sa, bisogna darsi da fare per trovare un angolino di notorietà.
E lui, nel suo piccolo, l'aveva trovata.
Se ne stava fermo sul parapetto, tutte le sere, a fasi fotografare dai gruppi di turisti divertiti, chiedendo in cambio solo un pezzetto del loro panino, che prendeva delicatamente con il grosso becco direttamente dalla mano dell'offerente. Tanto gli bastava.

Da ieri, però, non lo vedremo mai più.

Tornando dal lavoro, percorrendo come ogni sera il ponte, non l'ho visto sul parapetto e un brutto presentimento mi ha stretto il cuore.
Pochi metri più avanti l'ho visto a terra, morto.

Le piume non più candide, ma sporche di asfalto, fango e sangue. Il petto fiero, ormai ridotto a un informe massa di ossa, carne, penne. La testa riversa all'indietro.
Schiacciato, sempre di più, da un flusso di automobili guidate da piccole persone ignare, frettolose e irrispettose.

Le sue splendide ali non solcheranno mai più il cielo.
Non sentiremo mai più la sua risata.
Non farà mai più ridere tanti turisti con il suo originale numero da artista di strada.

Qualcuno aveva troppa fretta per aspettare che lui attraversasse la strada, col suo goffo incedere sornione.
Qualcuno ha pensato che "era solo un gabbiano, a Roma ce ne sono tanti".
Quel qualcuno non sa il male che mi ha fatto. A me e a tutti quelli che erano abituati a vedere ogni sera la sua figura impettita su quel ponte.
Quel qualcuno non sa... che gli auguro la stessa triste, dolorosa, ignobile fine.


martedì 29 maggio 2007

"ma anche no"

Perché si dice questa cosa?
Perché dovunque io mi giri leggo e sento questa fastidiosa frasetta?
Fa forse parte del folto dizionario di qualche personaggio di uno dei troppi reality che invadono le nostre case?
O è il tormentone di qualche comico che ignoro?
Bella cosa non guardare la tv... si resta tagliati fuori da ogni nuova moda! Ma in fondo ne sono orgogliosa... da brava gatta sdegnosa mi infastidisce essere accomunata alla massa di cervelli lobotomizzati dalla vita quotidiana.
L'ho anche digitata su google per cercarne l'origine... inutile dirvi quanti blog sono usciti fuori con questo titolo... ma è un'epidemia? E che devo fare per non prendermi il morbo del dire comune?

domenica 27 maggio 2007

Funeral Blues

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui è Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.

Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché oramai più nulla può servire.

(W.H.Auden)

La più toccante delle liriche sulla morte, il più vero e più intimo grido disperato di addio che sia mai stato scritto.


venerdì 25 maggio 2007

Eccoci qua....

Alla fine ho ceduto anche io alla narcisistica tentazione di aprire un blog.
Mi piace far sapere i fatti miei al mondo? No di certo.
Mi rotolo goduriosa nell'essere notata? Tantomeno.
E allora perché?
Semplicemente ho voglia di mettere su "carta" alcuni pensieri, spunti, riflessioni... e anche qualche pezzetto della mia anima, per chi ha pazienza di leggere tra le righe. Allora si parte, chi mi ama mi segua!
Chi mi odia... sappia che una furba combinazione di Alt + F4 toglierà dallo schermo questa noiosissima pagina...