Queste pagine...

... sono il mio muro del pianto, una valvola di sfogo per una persona che non riesce ad adattarsi alla normalità della vita quotidiana. Perdonate dunque la mancanza di tatto, di peli sulla lingua, magari di rispetto, che avrò nell'esprimere certe opinioni, a volte non proprio "politically correct". Fatevi sotto: ogni commento (purché costruttivo) è il benvenuto!

domenica 24 febbraio 2008

Siviglia e la nuvola di Fantozzi

Quando si pensa a Siviglia subito alla mente si affacciano immagini piazze assolate, vecchietti all'ombra dei portoni, donne dalla scollatura profonda su curve generose e sudate, cavalli che arrancano nell'afa trainando colorate carrozze, musica gitana nell'aria, colori e allegria in ogni angolo.

Purtroppo nel mio viaggio di questi giorni non c'è stato (quasi) nulla di tutto questo.

Siviglia ci accolti dapprima mostrandoci un cielo di un azzurro pallido e sbiadito, con soffici nubi che pian piano si sono abbassate. Siamo ottimisti, come lo si è quando ci si ritrova insieme dopo tanto tempo e con un fine settimana di divertimento davanti... ma veniamo ben presto puniti.

Il giorno dopo tutta la città è sovrastata da un bianco velo di sposa.
Un enorme manto, come se qualcuno durante la notte avesse cucito assieme tutti i veli di tutti gli abiti da sposa che si affacciavano dalle vetrine (a proposito... non li ho contati, ma erano veramente tantissimi i negozi di abiti nuziali! qualcuno sa dirmi come mai?).
E, come accade per tutte le spose, l'umore passa repentinamente e continuamente dall'allegria alla malinconia, dalla curiosità alla preoccupazione, dalla frenesia al silenzio meditativo... solo il soffio del vento si insinua di quando in quando a interrompere un flusso di pensieri, quasi a voler spazzare via dalla mente i malumori. Non accorgendosi che li alimenta come un incendio.

Il gotico austero e la religiosità punitiva della cattedrale e l'abbandono in cui versa la regale e maestosa Plaza Espana, che siede come un grosso pachiderma rugoso che si è fermato nel silenzio ad ascoltare i battiti di un cuore sempre più lento e stanco, hanno fatto il resto.

Il grigio plumbeo della sera e la sottile pioggia che ci accompagna mentre attraversiamo il ponte verso Triana sono il triste preludio della successiva giornata di pioggia incessante, dapprima sottile poi sempre più battente.

L'Alcazar, in cui cerchiamo rifugio dalla pioggia,
è una piacevole scoperta. Con le sue sale e i suoi sotterranei ci fa fantasticare di vite regali che non vivremo mai. Ma anche qui l'atmosfera grigia e l'abbandono non fanno che alimentare la malinconia.

Rivoli di acqua sporca nel tardo pomeriggio corrono furiosi tra i vicoli e le piazze, ci sommergono le scarpe e risalgono lungo le gambe dei pantaloni, per poi tuffarsi per sempre nel buio dei tombini. Poca la voglia di vedere, di camminare, quasi anche di parlare.

La cena ci rimette un po' in sesto ma sappiamo che la mattina dopo si riparte e l'allegria si smorza come le bollicine degli ultimi sorsi rimasti di "Tinto de Verano" (che altro non è che vino rosso e gassosa al limone, ma scende che è un piacere).

Forse tornerei in questa città, ma con un occhio di riguardo alle previsioni del tempo.


Dove dormire:
Se vi piace l'ambiente vintage e decadente l'Hotel Casa Sol Y Luna fa per voi. Ha 8 stanze disposte attorno a una loggia centrale piena di piante e con tre bellissimi archi di sapore arabo. Il tutto per 45 euro la doppia con bagno.
Se però volete una camera dotata di finestra, in cui non si respiri l'odore dei calzini di chi vi ha alloggiato prima di voi, una doccia che, grazie a un simpatico ma geniale dispositivo chiamato tenda, non vi allaghi il bagno quando tentate di lavarvi, un rubinetto che non faccia "plik plik" tutta la notte, un po' di privacy e di silenzio grazie a porte in legno che si chiudono invece di vetrate con la parte superiore mancante (!!!)... ci sono molti altri Hotel in città pronti ad accogliervi. ;)

Dove mangiare:
Taberna Coloniales, Plaza Cristo de Burgos 19. Tapas prelibate a prezzi veramente incredibili. Attenti se non amate l'aglio: in città sembrano avere tutti paura dei vampiri, ne mettono quantità industriali!! Ho contato 8 spicchi in una porzione di Solomillo (il tipico maiale al forno con patate)! O.o

Altri posti... non me la sento di consigliarli, non ho mangiato molto bene. C'è da dire che si spende poco... ma spesso è poca cosa anche la qualità. E sicuramente l'igiene non è un punto forza di queste zone.





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