Queste pagine...

... sono il mio muro del pianto, una valvola di sfogo per una persona che non riesce ad adattarsi alla normalità della vita quotidiana. Perdonate dunque la mancanza di tatto, di peli sulla lingua, magari di rispetto, che avrò nell'esprimere certe opinioni, a volte non proprio "politically correct". Fatevi sotto: ogni commento (purché costruttivo) è il benvenuto!

sabato 9 giugno 2007

Non lo vedremo più

Era lì da due, forse tre anni. Lo vedevo tutti i pomeriggi, all'imbrunire, mentre sostava sul parapetto antico del ponte.
Se ne stava impettito e fiero a guardarsi attorno, cercando ammirazione.
Le penne bianche, di un candore quasi iridescente, alla luce del tramonto diventavano di un tenue rosato. Le potenti ali chiuse erano accuratamente pulite e ripiegate all'indietro.
Ogni tanto alzava lo sguardo al cielo e lanciava un grido: a volte un canto malinconico, a volte quasi una beffarda risata, che attirava immancabilmente l'attenzione dei passanti.

Era un grosso gabbiano reale, che da tempo era diventato un'attrazione per i turisti.
A Roma si sa, bisogna darsi da fare per trovare un angolino di notorietà.
E lui, nel suo piccolo, l'aveva trovata.
Se ne stava fermo sul parapetto, tutte le sere, a fasi fotografare dai gruppi di turisti divertiti, chiedendo in cambio solo un pezzetto del loro panino, che prendeva delicatamente con il grosso becco direttamente dalla mano dell'offerente. Tanto gli bastava.

Da ieri, però, non lo vedremo mai più.

Tornando dal lavoro, percorrendo come ogni sera il ponte, non l'ho visto sul parapetto e un brutto presentimento mi ha stretto il cuore.
Pochi metri più avanti l'ho visto a terra, morto.

Le piume non più candide, ma sporche di asfalto, fango e sangue. Il petto fiero, ormai ridotto a un informe massa di ossa, carne, penne. La testa riversa all'indietro.
Schiacciato, sempre di più, da un flusso di automobili guidate da piccole persone ignare, frettolose e irrispettose.

Le sue splendide ali non solcheranno mai più il cielo.
Non sentiremo mai più la sua risata.
Non farà mai più ridere tanti turisti con il suo originale numero da artista di strada.

Qualcuno aveva troppa fretta per aspettare che lui attraversasse la strada, col suo goffo incedere sornione.
Qualcuno ha pensato che "era solo un gabbiano, a Roma ce ne sono tanti".
Quel qualcuno non sa il male che mi ha fatto. A me e a tutti quelli che erano abituati a vedere ogni sera la sua figura impettita su quel ponte.
Quel qualcuno non sa... che gli auguro la stessa triste, dolorosa, ignobile fine.


1 commento:

Jokeriz ha detto...

Sapessi quanto mi fa rabbia vedere fatti come quelli che hai scritto qui...
Mi dà molto fastidio pensare a con quanta facilità le persone spezzino una vita con tanta noncuranza e semplicità, in particolare quando sono i gatti, gli animali che amo di più, ad essere presi di mira.