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... sono il mio muro del pianto, una valvola di sfogo per una persona che non riesce ad adattarsi alla normalità della vita quotidiana. Perdonate dunque la mancanza di tatto, di peli sulla lingua, magari di rispetto, che avrò nell'esprimere certe opinioni, a volte non proprio "politically correct". Fatevi sotto: ogni commento (purché costruttivo) è il benvenuto!

martedì 7 agosto 2007

Di ritorno dal Sonica

Sono rientrata ieri sera... sfatta di stanchezza, sporca lercia, coi piedi doloranti, le spalle a pezzi, una fame bestiale e i capelli luridi.... ma con un senso di pace addosso indescrivibile.

Sono stati 5 giorni intensi, massacranti per certi versi (km e km macinati ogni giorno anche solo per spostarsi dalla tenda ai bagni o da uno stage a un altro, musica unz-unz-unz che ti spaccava timpani 24 ore al giorno, pochissima acqua per lavarsi), ma anche molto divertenti e a tratti persino rilassanti.














Ho visto famiglie provenienti da ogni parte d'Europa vivere in un camper tutto dipinto e girare il mondo di party in party, come i fricchettoni degli anni 70.

Ho osservato eterni fanciulli che a 50 anni hanno ancora voglia di muoversi a ritmo di techno fino al mattino.
Ho giocato con i bambini degli hippy, così sporchi e selvaggi.... eppure così sereni.














Ho dormito in una minuscola tenda piazzata in discesa, acciambellata come un gatto nel mio sacco a pelo per sconfiggere il freddo.

Ho conosciuto persone interessanti e stimolanti, anche se bizzarre.
Ho rimesso a posto la mia schiena grazie a un massaggiatore shatsu bravo e capace.
Ho sudato come un cavallo da corsa ogni volta che, arrancando in salita, sotto un sole che bruciava la pelle, volevo raggiungere l'unica zona in cui prendesse il cellulare... solo per comunicare a casa che ero viva.
Ho tremato di freddo davanti al fuoco la notte, sorseggiando the allo zenzero insieme a un maestro di yoga austriaco.
Ho passato lunghi minuti in apnea nel buio dei bagni chimici.
Ho vagato nel bosco la notte, senza una torcia con me, per ritrovare la mia tenda tra mille.
Ho fotografato visi, piedi, bandiere, totem, montagne, sassi, bong e luci nella notte, senza mai stancarmi di ritrarre il mondo che avevo davanti.














Ho discusso di alimentazione bilanciata con un gruppo di crudisti, sconvolti nelle loro convinzioni dal mio essere "sana" anche se orribilmente (ai loro occhi) onnivora.

Ho mangiato cibi di ogni sorta, preparati da mani sporche da cui mai avrei pensato di accettare qualcosa.
Ho fatto la fila di un'ora per una doccia, fredda e con pochissima acqua eppure mai doccia mi è sembrata tanto ristoratrice.

Ho cercato di salvare il mio vicino di tenda da quella che penavo fosse una semplice crisi di epilessia...
Ho vissuto ore di apprensione per la sua sorte, finché ho saputo poi dai volontari della Croce Rossa che era morto nell'istante stesso in cui sono arrivati loro, è stata un'overdose di cocaina, forse tagliata con l'atropina.
Per lui è stato l'ultimo party.

Per me ce ne saranno altri.














(Per altre foto del Sonica cliccare qui)

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