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... sono il mio muro del pianto, una valvola di sfogo per una persona che non riesce ad adattarsi alla normalità della vita quotidiana. Perdonate dunque la mancanza di tatto, di peli sulla lingua, magari di rispetto, che avrò nell'esprimere certe opinioni, a volte non proprio "politically correct". Fatevi sotto: ogni commento (purché costruttivo) è il benvenuto!

mercoledì 11 luglio 2007

10 motivi per boicottare Procter&Gamble

1. SPERIMENTAZIONE SU ANIMALI
“Non si può prescindere dalla sperimentazione sugli animali”: sono parole del responsabile delle relazioni esterne della Procter&Gamble Italia. Ovviamente non è così. Molte aziende nel mondo vendono i loro prodotti non testati con la vivisezione, mentre la P&G continua a torturare gli animali nei suoi laboratori.

2. ABUSO DI POTERE
Fa parte dell’associazione americana Business Round Table che ha lo scopo di fare pressione sul potere politico affinché compia scelte economiche favorevoli alle grandi imprese. Ogni anno compie donazioni ai partiti americani. È citata tre le prime 15 società che finanziano sedicenti associazioni ambientaliste, pronte a difendere tesi favorevoli alle imprese. Ha esercitato forti pressioni sull’ente americano Food and Drug Administration per ottenere autorizzazioni.

3. DANNI ALL’AMBIENTE
È responsabile di una delle maggiori fonti di rifiuti del mondo: i pannolini. Negli USA ne sono utilizzati 16 miliardi l’anno, pari al 2% della spazzatura prodotta nel paese. Ha patteggiato con l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli USA le misure da assumere per regolarizzare varie situazioni anomale in alcuni stabilimenti. Nel ‘96 una fuoriuscita di oli minerali nello stabilimento irlandese di Nenagh ha contaminato vari pozzi. Nel ‘97 ha sostenuto l’associazione Keep American Beautiful creata dalle industrie di imbottigliamento con lo scopo di non far passare alcuna legge contro le bottiglie usa e getta. Fa parte di WBCSD, un’associazione creata dalle multinazionali per promuovere una falsa idea di sviluppo sostenibile, affinché nell’opinione pubblica si radichi l’idea che l’ambiente si difende facendo crescere la produzione.

4. VENDITE IRRESPONSABILI
Nel ‘97 ha messo a punto un prodotto di sintesi, denominato “Olestra”, da utilizzarsi come sostituto dell’olio. La Food and Drug Administration ha autorizzato l’uso di Olestra per la produzione di patatine e snacks vari. È stato accertato, tuttavia, che il prodotto può indurre il mancato assorbimento di vitamine liposolubili e può provocare diarrea.
Secondo la rivista “Earth Island Journal” e la guida OGM Free le patatine Pringles contengono organismi geneticamente modificati (ma non è dichiarato sulla confezione).

5. VIOLAZIONI DEI DIRITTI DEI LAVORATORI
Nel '97 otto persone negli Stati Uniti si sono rivolte alla Corte Federale perché discriminati nell’assunzione da Max Factor (marchio P&G). Nel ‘98 ha comprato in Russia tre aziende a prezzi stracciati, approfittando della complicità delle autorità, e le ha ristrutturate mettendo a rischio 700 posti di lavoro. Nel '99 ha annunciato la chiusura di 10 impianti, in varie parti del mondo, con il licenziamento di 15.000 dipendenti.

6. AFFILIAZIONE CON REGIMI OPPRESSIVI
Ha filiali in molti Stati non democratici e in cui non sono rispettati molti diritti umani.

7. ILLECITI
Nel ‘97 ha patteggiato assieme ad altre nove multinazionali una multa di 4,2 milioni di dollari con l’Antitrust degli Stati Uniti per non aver distribuito tutti i buoni annunciati durante alcune promozioni.

8. FALSA PUBBLICITÀ
Spende in Italia circa 220 milioni l’anno in pubblicità, prima società non alimentare. In tutto il modo circa 5,5 miliardi. È stata condannata dal Giurì dello IAP per avere violato il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria per una pubblicità del prodotto Mastro Lindo.

9. POCA TRASPARENZA
In generale le etichette dei prodotto P&G sono poco chiare e forniscono scarse informazioni.

10. EVASIONE FISCALE
Ha finanziarie nei paradisi fiscali, tra cui Bermuda e Antille Olandesi.

Nonostante questi esempi di sfruttamento sociale, ambientale ed animale, adesso la P&G tenta ADDIRITTURA di crearsi un’immagine buonista con la patetica campagna propagandistica del detersivo Dash, che fa l’elemosina ai bambini negli ospedali…

Ecco i prodotti a marchio P&G: Ace, Apc, Ariel, Asciugatutto, AZ, Baleno, Bolt, Boss, Bounty, Camay, Clearasil, Dash, Demak’up, Dignity, Dora, Douss Douss Intima, Eukanuba, Experience, Febreze, Gentile, Head&Shoulders, Iams, Infasil, Intervallo, Keramine H, Kukident, Laura Biagiotti, Lenor, Lines, Linidor, Mastro Lindo, Max Factor, Milton, Mister Verde, Napisan, Nelsen, Noxzema, Oil of Olaz, Pampers, Pantene, Poffy, Polin, Pringles, Può, Senz’acqua, Spic&Span, Swiffer, Tampax, Tempo, Tide, Topexan, Tuono, Viakal, Vicks, Victors, Zest

sabato 7 luglio 2007

Il fai-da-te nella cosmesi

Ammettiamolo: noi donne siamo attratte irresistibilmente da cosmetici e prodotti di bellezza, specie quelli innovativi, le cui pubblicità promettono miracolose soluzioni ai problemi che ci affliggono in massa come cellulite, rughe, capelli rovinati. Ma sappiamo esattamente cosa c'è dentro quei flaconcini luccicanti? E quanta sofferenza animale si cela dietro quei tubetti colorati e quelle texture profumate?

Da alcuni siti/forum che frequento (e che trovate tra i siti che vi consiglio di leggere) ho appreso quanto basta di chimica cosmetica per riuscire a capire, partendo dalla lettura degli INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) di un prodotto, quanto quel prodotto sia "utile" ai fini cosmetici o quanto invece sia una costosa "bufala". O, peggio ancora, quanto alla lunga l'uso di certi prodotti possa addirittura essere deleterio per il nostro organismo e per l'intero ecosistema.

Insomma se una crema è "a base di" qualcosa... perché non usare direttamente sulla pelle quel qualcosa, risparmiando sugli inutili e costosi eccipienti che la crema contiene? E soprattutto, cosa non meno importante, calibrando le dosi a mio uso e scegliendo ingredienti non inquinanti o tossici?
Ho iniziato così timidamente a "spignattare" i miei prodotti di bellezza partendo da semplici ingredienti di alta reperibilità e basso costo, ottenendo risultati efficacissimi e molto più economici dei cugini in vendita nelle profumerie.
Posterò giorno per giorno qualche ricettina veloce, da me testata, per sostituire alcuni dei prodotti che più comunemente usiamo in casa.

Iniziamo da una cosa facile facile...

Ecco come preparare un economico ed efficace Tonico per il viso astringente (pelli grasse/miste).
Ingredienti:
- Acqua minerale 65 ml
- Aceto di mele biologico 20 ml
- Glicerina 15 ml (facilmente reperibile in farmacia)
- Olio essenziale di Lavanda 2 gocce
Preparazione: miscelare gli ingredienti in una boccetta di vetro scuro.
Conservare al buio e agitare prima dell'uso.
Uso: Si usa come un normale tonico, per togliere i residui di trucco e purificare la pelle. Non utilizzare sul contorno occhi.